Convegno: “Città Metropolitana” e futuro delle autonomie locali nei 70 anni della Costituzione

Si è svolto ieri sera il convegno alla presenza delle autorità locali per riflettere sulla città metropolitana e sulle ricadute positive che tale scelta ha portato.

di Annalisa Pirastu

“L’istituzione delle città metropolitane in Italia ha causato un po’ di polemiche e anche il timore di una concentrazione di risorse a vantaggio di alcuni territori rispetto ad altri. Serviva l’istituzione della città metropolitana di Cagliari? Sì, e serviva con questa dimensione, non allargata all’intera, vecchia Provincia di Cagliari”.

Questo l’intervento dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, ieri sera al convegno ‘Città metropolitana e futuro delle autonomie locali nei 70 anni della Costituzione: Cagliari e Firenze a confronto’.

Ai lavori, moderati dal docente di Diritto costituzionale dell’Università di Cagliari Gianmario Demuro, hanno partecipato il sindaco Massimo Zedda e il docente di Diritto costituzionale dell’Università di Firenze, Andrea Simoncini.

“Noi – ha detto Erriu – abbiamo ravvisato alcune caratteristiche che inducevano a compiere decisamente questo passo: da anni esisteva ‘de facto’ una situazione, legata per esempio alla gestione di trasporti pubblici e raccolta dei rifiuti, che andava soltanto codificata in una legge. La gestione di molti servizi fondamentali ormai richiede un approccio collaborativo tra gli enti locali: in alcune zone della Sardegna le Unioni di Comuni stentano a decollare, ma i Comuni dell’hinterland cagliaritano lavorano da tempo gomito a gomito su una serie di tematiche di grande rilievo, dunque risulta più agevole ottenere risultati concreti”.

“Tutto è perfettibile”, ha replicato l’assessore Erriu. “Il confronto di oggi ci aiuta a comprendere dove possiamo intervenire per migliorare il testo della legge regionale n. 2/2016 (la riforma degli enti locali). Sono peraltro convinto che il successo della Città metropolitana di Cagliari sarà tanto più grande, quanto più essa riuscirà ad essere inclusiva nei confronti degli altri territori dell’Isola. Occorre uno spirito realmente collaborativo per essere il vero traino economico della Sardegna, soprattutto a vantaggio dei Comuni che subiscono maggiormente il peso dei tagli di risorse da parte dello Stato”.

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