Imprese artigiane insoddisfatte della Legge Finanziaria regionale 2018
Imprese artigiane: “Pochi fondi, troppa burocrazia e nessun passo coraggioso. Confartigianato Sardegna in Commissione del Consiglio Regionale chiedono Fondi per le giovani imprese e la formazione professionale”. Ora 35 mila imprese artigiane attendono le decisioni di Commissione e Consiglio regionale
di Alessio Atzeni
Gli artigiani sardi di Confartigianato sono insoddisfatti dalla Manovra Finanziaria Regionale: pochi fondi, troppa burocrazia e nessun passo coraggioso verso il mondo della piccola impresa.
“Attendiamo, ormai da troppo tempo, un chiaro segnale di apertura, di riconoscimento reale del valore delle imprese artigiane per il tessuto economico dell’isola, che si deve tradurre in atti concreti e in poste di bilancio.
E’ questo il giudizio, in sintesi, che emerge dal documento presentato da Confartigianato Imprese Sardegna questa mattina in audizione presso la III Commissione Programmazione e Bilancio del Consiglio Regionale della Sardegna.
“Siamo consapevoli del momento di difficoltà della finanza pubblica regionale – è scritto nel documento consegnato dall’Associazione Artigiana – ma riteniamo tuttavia che si possa fare un passo più coraggioso verso il mondo delle piccole imprese e, soprattutto verso le imprese artigiane”.
Il “malessere” del comparto artigiano regionale, 35.358 imprese attive registrate al 30 settembre 2017, 709 in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 e circa 8.000 in meno rispetto all’anno boom del 2008, è certificato anche dall’andamento dei primi 9 mesi di quest’anno, con 1.159 iscrizioni e ben 1.799 cancellazioni, con un saldo negativo di 640 imprese.
“Alle imprese artigiane sono state destinate pochissime risorse, per lo più tutte rientranti nella voce “Industria, PMI e Artigianato” – sottolineano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, Presidente e Segretario Regionali di Confartigianato Imprese Sardegna – in “conto competenza”, infatti, sono stati destinati poco più di 35 milioni di euro, di cui una buona parte a valere sul POR FESR e una fetta importante per le partecipate dell’Industria. Tali cifre, tra l’altro, sono in larga parte soggette alle regole dei fondi europei che, a causa delle loro interpretazioni, appaiono sempre più come zavorra che come vòlano per le imprese”. “Prova ne sia lo stato dell’arte degli incentivi alle imprese dei bandi avviati con ritardo ma che sul ritardo stanno perseverando – rimarcano Matzutzi e Mameli – se si parlasse con una qualsiasi delle imprese che si sono avventurate in questi bandi ci si renderebbe facilmente conto di quanto scollamento ci sia tra il mondo della programmazione e quello del tessuto economico”.
Confartigianato Sardegna, per questo ritiene improcrastinabile destinare risorse di bilancio per lo sviluppo dell’impresa artigiana “perché quelle del POR, con regole e tempi non consoni alle imprese, non la stanno aiutando di sicuro”.
L’Associazione Artigiana punta il dito anche sulla Formazione Professionale: “Non ci sono ormai quasi più risorse di bilancio su questo programma. Quello che c’è è fagocitato dalle spese per gli stipendi del personale. Tutte le risorse sulla formazione sono inserite all’interno del PO FSE che però spesso finanzia programmi (peraltro con tempi e modalità attuative scarsamente efficienti ed efficaci) lontani dalle reali esigenze del mondo delle imprese. Su questo specifico tema, peraltro, si registrano livelli ormai inaccettabili di burocratizzazione dei procedimenti”.
Poi le richieste degli Artigiani sui giovani imprenditori e la formazione. “Chiediamo un segnale concreto per supportare i giovani affinché tornino a fare gli artigiani – continuano i rappresentanti di Confartigianato – per questo sarebbe importante istituire un capitolo che conceda contributi in conto capitale, in conto interessi e per le spese di gestione per le imprese giovanili artigiane”. “Poi è necessario il rilancio delle politiche per la formazione professionale; questa è troppo orientata ai settori innovativi e poco a settori più tradizionali, anche questi bisognosi di professionalità – evidenziano Matzutzi e Mameli – riteniamo che sino a quando non si batteranno a tappeto le imprese per rilevarne i reali fabbisogni professionali attuali e futuri – continuano – si continueranno a realizzare progetti formativi che non garantiscono un’adeguata collocazione degli allievi. Riteniamo che con risorse di bilancio occorra prevedere la realizzazione di un Piano straordinario per la rilevazione dei fabbisogni professionali, con il coinvolgimento di tutte le imprese. Di tale Piano occorrerà tenere conto nella programmazione della formazione”.
“Siamo consapevoli come non sia possibile pretendere tanto da questa Manovra, molto schiacciata sull’impatto della sanità e dei costi della macchina amministrativa regionale – concludono Presidente e Segretario – ma chiediamo al Consiglio il coraggio di intervenire per il rilancio del Comparto. Per questo valuteremo con attenzione le proposte che i consiglieri, la Commissione e l’aula nella sua interezza vorranno prendere per dare un segnale a questo alle oltre 35mila imprese”.