Accordo tra sindacati inquilini e associazioni dei proprietari di case

Accordo territoriale tra i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari di case: il rinnovo dei canoni di affitto concordato dopo 12 anni di stallo e 7 mesi di discussioni

di Antonio Tore

Il rinnovo dei canoni d’affitto concordato dopo dodici anni di stallo  e l’obbligo della certificazione del contratto rilasciata dai  sindacati di inquilini e proprietari per accedere agli sconti fiscali: sono le novità recepite nell’accordo siglato da Sunia, Sicet e Uniat,  i sindacati degli inquilini, e da Apci e Confedilia, le associazioni  dei proprietari che, dopo sette mesi di discussioni hanno finalmente raggiunto l’intesa.

“In questi giorni l’accordo territoriale verrà depositato negli uffici  del comune di Cagliari – spiega il segretario generale Sunia Cgil del  Centro e sud Sardegna Carlo Gessa – e dai primi di aprile saremo
pronti a dare supporto ai cittadini per tutte le pratiche  indispensabili alla certificazione richiesta dall’agenzia delle Entrate per l’applicazione della cedolare secca al dieci per cento, che dà diritto anche agli sgravi su tasse comunali come Ici, Imu, Tari”.  Si tratta di novità che interessano allo stesso modo i
proprietari e gli inquilini, ad esempio i tanti studenti universitari  che cercano casa a Cagliari e hanno diritto a un affitto congruo e un contratto regolare. Il ruolo del sindacato è proprio quello di  garante, a tutela degli interessi collettivi, compresa la lotta al  nero e all’evasione.

Disincentivare le situazioni irregolari è fra gli obiettivi delle  disposizioni nazionali che hanno previsto la cedolare secca, una tassa che dal 21 per cento scende fino al 10 quando si sceglie il canone  concordato piuttosto che il libero mercato. Fino a un mese fa era  sufficiente la registrazione del contratto all’Agenzia delle Entrate,  poi la direzione di Cagliari ha deciso di affidare ai sindacati di  inquilini e proprietari il ruolo di filtro, che obbliga chi affitta casa a esibire la certificazione del contratto prima di registrarlo.

“E’ un passaggio previsto ma non imposto dal decreto ministeriale di  gennaio dell’anno scorso”, ha precisato Carlo Gessa sottolineando che “evidentemente, l’Agenzia delle Entrate di Cagliari lo ha ritenuto
necessario”.

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