Cagliari, Sant’Elia: dubbi sulla demolizione dei Palazzoni, intervista a Rosa Sabati – VIDEO
Intervista a Rosa Sabati nata e cresciuta a Sant’Elia che fa parte del Comitato spontaneo formatosi per interloquire sulla vicenda della demolizione di palazzoni del Favero, Bodiano e Gariazzo
di Annalisa Pirastu
Gli abitanti di Sant’ Elia non si placano nella ricerca di quello che sarà il loro futuro dopo la demolizione dei palazzoni del Favero, Bodiano e Gariazzo .Il Comitato spontaneo formatosi per interloquire sulla vicenda, regolarmente registrato dal notaio, con a capo Billo, all’ anagrafe Marcello Vistosu, ha deciso di far firmare una petizione con le loro richieste. Parliamo con Rosa Sabati nata e cresciuta a Sant’Elia che è parte del Comitato
Signora Sabati, perché vi state mobilitando?
“La mobilitazione, che va avanti da mesi, riguarda la riqualificazione del quartiere promossa anche dal dimesso assessore Maninchedda, e vuole rivendicare il diritto degli abitanti di S. Elia di essere informati e interpellati su questioni che riguardano appunto il Borgo. La solidarietà è moneta corrente a Sant’Elia infatti anche gli abitanti del borgo vecchio, circa 350 abitazioni, di cui faccio parte, cioè che dimorano nelle casette nella parte vecchia del quartiere, vogliono vederci chiaro, per aiutare San’Elia a mantenere la sua identità. Molte persone sono nate e cresciute qui e si identificano con la zona .Il Borgo è un enorme villaggio dove più o meno ci conosciamo tutti, anche se siamo circa 14 mila persone.”
Ma in definitiva di cosa avete paura? Riqualificazione significa anche miglioramento.
“La paura, è che la “diaspora” che intendono mettere in atto per liberare i palazzoni, diventi una soluzione permanente, smistando gli abitanti a Elmas, Monserrato, Assemini, annullando il radicamento degli abitanti alle loro origini. Non ci interessano le casette a Elmas, ci interessa stare dove siamo nati e cresciuti.”
Cosa proponete?
“Ovviamente siamo ben contenti che si ripristinino le abitazioni che sono state abbandonata per decenni dall’amministrazione. Ci sono abitanti che devono aprire l ‘ombrello in casa perché ci piove dentro. Il Comitato ritiene che si debbano individuare delle zone qui intorno –e ci sono- e cominciare a costruire le nuove abitazioni. Magari come le case degli Anelli (le abitazioni a solo due piani che si affacciano verso la passeggiata del lungomare).Solo allora si potranno spostare gli abitanti, non ora con l’incognita di cosa succederà. Ci vorranno 2 o3 anni per terminare tutto e nel frattempo cosa succederà agli abitanti?”
Il prossimo passo?
“La petizione e poi chiederemo un incontro a Regione Comune e Demanio cioè a tutte le istituzioni insieme, per aprire un tavolo di discussione. Non ci bastano risposte parziali e individuali. Ci devono interpellare, con la creazione del Comitato siamo diventati interlocutori regolari. Siamo noi gli interessati e non ci muoveremo senza garanzie. Il legame con Sant’Elia, la nostra identità, è forte. lo vogliamo mantenere. Noi siamo orgogliosi di essere di Sant’Elia. ”