i Comuni sardi al bivio tra emigrazione, degrado del territorio e architettonico

Se ne parlerà domani Domani, venerdì 23 febbraio, dalle 9.30 alle 17,  nell’aula Arcari – viale Sant’Ignazio 86, Cagliari. Università, Regione, Anci e municipalità al lavoro su tutela del territorio e degrado architettonico. Dibattito ad ampio raggio al workshop del progetto europeo Clisel 2020 . Con Pietro Ciarlo, Gianmario Demuro, Ilenia Ruggiu, Cristiano Erriu, Emiliano Deiana, Andrea Soddu, Massimo Angelini, Laura Capelli e Salvatore Corrias

di Siro Zani

Domani, venerdì 23 febbraio, dalle 9.30 alle 17,  l’aula Arcari – viale Sant’Ignazio 86, Cagliari – ospita il workshop “Paesi e paesaggio”. La prima parte dei lavori – coordinati da Ilenia Ruggiu, docente al dipartimento di Giurisprudenza e coordinatrice progetto europeo Clisel 2020 – prevede relazioni e contributi su “Il futuro dei paesi sardi: diritto e architettura in dialogo”. Dalle 14, si apre il laboratorio sul tema “La terra e il lato umano della bellezza”

Relatori e argomenti. Sulle “Nuove sfide dei paesi sardi: cambiamenti climatici, migrazioni, spopolamento, degrado architettonico, sicurezza. L’importanza di una buona governance e di politiche integrate” interviene la professoressa Ruggiu. A seguire, sul “Ruolo della cultura per la tutela del territorio” relazione di Andrea Soddu (presidente Cal, Consiglio autonomie locali). Quindi, il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, parla della “Paesitudine”. “L’importanza di una buona architettura. Ricostruire la bellezza con lo strumento del Piano progetto” è il tema dell’architetto Giovanni Simonis “Politecnico di Milano”, autore del libro “Ri-costruire la bellezza. Da Paesaggio a Paese Saggio”. Al dibattito prendono parte anche Edoardo Fittipaldi (sociologo del diritto, Università statale, Milano), Cristiano Erriu (assessore regionale Enti locali), Roberto Cherchi (Clisel team).

I costituzionalisti e la governance del territorio. Alla seconda parte – dalle 14 – prendono parte Massimo Angelini, filosofo e autore del libro “Ecologia della parola”. A seguire, la tavola rotonda con esponenti delle comunità e degli enti locali. Tra questi, Laura Cappelli (comune Buggerru), Salvatore Corrias (sindaco Baunei) e i professori dell’ateneo di Cagliari, Pietro Ciarlo e Gianmario Demuro, docenti di Diritto costituzionale e, rispettivamente, pro rettore per la Semplificazione e l’innovazione amministrativa e già assessore regionale agli Affari generali.

Il futuro dei paesi sardi nei prossimo mezzo secolo. La governance del paesaggio è all’attenzione delle comunità locali nel contesto di una riflessione su quale sarà il futuro dei paesi sardi nei prossimi 50 anni. Cambiamenti climatici, rischi idro-geologici, immigrazioni ed emigrazioni, spopolamento delle aree interne, necessità di risanare il degrado urbano e di ricreare spazi di vita più umani e che diano ai cittadini un senso di sicurezza, mostrano la necessità di un’integrazione tra politiche del territorio, demografiche, ambientali, climatiche, migratorie, di sicurezza, sociali.

L’approvazione della legge “salva-borghi” (n. 158 del 6 ottobre 2017) è un importante approdo simbolico, che pone la questione dei piccoli comuni come centrale anche a livello nazionale. Partendo da questo quadro, il progetto Clisel fornisce agli amministratori alcuni strumenti operativi e una riflessione interdisciplinare su come affrontare le sfide presenti e future (…). Il paesaggio è sottoposto a diverse tensioni. I deterioramenti ambientali subiti da numerosi comuni sardi a seguito di fenomeni collegati al cambiamento climatico (alluvioni, siccità) e allo sfruttamento intensivo del territorio (deforestazione, incendi per favorire i pascoli) hanno aumentato il rischio idro-geologico e reso molti comuni vulnerabili.

Lo spopolamento che numerosi comuni subiscono a seguito dell’ emigrazione dalle aeree interne verso le coste o nella penisola pone il problema di un paesaggio “vuoto” con case lasciate in stato di abbandono e paesi fantasma. Numerosi Comuni hanno emanato ordinanze sulla sicurezza urbana a seguito di case pericolanti, generalmente ubicate nel centro storico.

Nel contempo i crescenti flussi migratori diretti verso l’isola pongono la questione di come ripensare l’urbanistica per creare spazi di vita comune, evitare la ghettizzazione dei migranti, dare eventualmente visibilità alla loro vita culturale e religiosa in armonia con l’identità locale.

 

 

 

 

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