Contributi TV, Lai Pd:  “Valutare bene effetti nuovo regolamento” 

Il senatore Silvio Lai: “Chiediamo al governo, di valutare l’impatto di queste novità perché un eventuale riduzione o esclusione dai benefici del contributo potrebbe decretare, in alcuni casi,  la morte definitiva di aziende e imprese del settore”

 di Gino Steni

“Il nuovo regolamento per la disciplina dei contributi alle emittenti televisive e radiofoniche locali contiene molte novità positive ma lascia qualche dubbio sull’entità delle risorse che verranno destinate alle imprese del settore di regioni nelle quali si vive una situazione di crisi economica particolarmente forte.

La nostra preoccupazione è che la stesura di una graduatoria unica nazionale possa penalizzare duramente alcune realtà locali. Chiediamo al governo, che per ora ha affrontato la questione con un esame preliminare del regolamento, di valutare con attenzione l’impatto di queste novità perché un eventuale riduzione o addirittura esclusione dai benefici del contributo potrebbe in alcuni casi decretare la morte definitiva di aziende e imprese del settore.” Lo scrive in una nota il senatore del PD Silvio Lai.

“È giusto premettere che i punti cardine su cui si basa il nuovo regolamento sono ampiamente condivisibili. Crediamo che il Governo abbia fatto bene a guardare con attenzione al pluralismo dell’informazione, al sostegno dell’occupazione, al miglioramento della qualità e ad incentivare l’utilizzo di tecnologie innovative. Altrettando giusto creare una procedura che consenta di ridurre e snellire i tempi di definizione delle graduatorie.

E se guardiamo in ambito locale non possiamo non esprimere soddisfazione per l scelta di assegnare una maggiorazione del 15% del punteggio individuale per le emittenti delle regioni rientranti nell’ambito della politica di coesione dell’Unione Europea: Sardegna, Sicilia, Basilicata, Calabria, Campania e Puglia. Ma proprio questo punto introduce la riflessione e la preoccupazione per la sorte delle emittenti di Regioni più in difficoltà a causa della crisi economica.

Questo accorgimento sarà sufficiente a garantire alle imprese del settore radio televisivo di poter quanto meno confermare l’entità del contributo ottenuto negli anni passati? La scelta di definire un’unica graduatoria nazionale rischia di mettere sullo stesso piano realtà del tutto differenti e l’aver deciso di aumentare il fondo di circa 50 milioni di euro non consente di eliminare del tutto la preoccupazione. Il nuovo regolamento andrà sicuramente giudicato al momento dell’attuazione ma non vorremo che a quel punto fosse troppo tardi. Sarebbe forse il caso – conclude Lai – di poter effettuare quanto meno una simulazione sulla base dei dati degli scorsi anni per capire quali sarebbero da subito gli effetti pratici del regolamento.”

 

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