Cossa (Riformatori): Poliambulatorio Sestu abbandonato dai vertici sanitari

Sono Crollati  del 60% i  prelievi e diminuite le prestazioni specialistiche perchè opera a regime ridotto in quanto  mancano alcune  unità di personale infermieristico

redazione

“La situazione del Poliambulatorio di Sestu è inaccettabile: serve un bacino di oltre 20 mila persone, ma per la ASL 8 prima, e per la ATS oggi, è come se non esistesse”.  Lo denuncia il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa, che sull’argomento ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru.

“La struttura sanitaria” spiega Cossa “è in grado di offrire un’ampia gamma di prestazioni specialistiche (che ha raggiunto punte di 8/10mila l’anno), ma opera a regime ridotto perchè mancano poche unità di personale infermieristico.
Questo costringe il personale in servizio a fare sforzi enormi per garantire un servizio decoroso, che però ovviamente ne risente sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Basti considerare che i prelievi sono scesi da una media di 2300/2400 l’anno a meno di mille nel 2016, il che significa che centinaia di persone che potrebbero utilizzare una struttura della sanità pubblica sono letteralmente spinte dalla disorganizzazione dell’azienda verso i laboratori privati.”

L’esponente del Consiglio regionale  sottolinea ancora che  da oltre 10 anni nessun investimento di edilizia sanitaria viene fatto a Sestu,  basterebbe restaurare la vecchia guardia medica di via Gramsci, oggi ricettacolo di sporcizia e insediamento di enormi roditori, per liberare ambienti che aumenterebbero enormemente la fruibilità del Poliambulatorio e la possibilità di offrire prestazioni di qualità.

“Con l’ulteriore vantaggio di riportare la guardia medica al centro del paese, cosa ben più funzionale rispetto alla localizzazione attuale e di grande beneficio per la popolazione”, conclude Cossa, “che sottolinea come la struttura durante il giorno potrebbe benissimo essere utilizzata anche come centro vaccini al posto degli attuali infelici locali comunali di via Di Vittorio”.

 

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