Dentro la notizia: quel referendum promosso dalla Cgil sui voucher era da fare

A molti l’abolizione dei voucher voluta dal Governo, con un decreto legge, è apparsa almeno avventata perché ha messo una vittoria in mano, senza sforzo e senza la decisione popolare, alla Cgil. Ora l’esecutivo ha ribadito che presto rivedrà la disciplina del lavoro occasionale e gli sconfitti di oggi attendono con ansia quella nuova formulazione

di Sergio Atzeni

La Cgil ha subito cantato vittoria perché il suo referendum per l’abolizione dei voucher praticamente ha vinto senza raccogliere voti. Una decisione affrettata quella del Governo Gentiloni che invece avrebbe dovuto far votare e così si sarebbe saputo effettivamente se gli Italiani fossero d’accordo sull’abolizione di quei voucher tanto odiati dai sindacati.

Infatti abolire quei buoni di lavoro previsti per attività occasionali e di tipo accessorio causerá dei gravi danni a molti lavoratori che in mancanza totale di lavoro, riuscivano almeno a sbarcare il lunario lavorando un po’ per uno, un po’ per l’altro pagati con la quota stabilita per legge e compresa di contributi.

Ebbene ai piccoli imprenditori sardi che stanno pagando a caro prezzo la crisi e sono stati costretti a ricorrere a quel tipo di prestazione spesso per non chiudere del tutto i battenti, ora non rimarrà, quasi sicuramente, che ricorrere al tanto deprecato pagamento in nero, cosa esecrabile ma che l’abolizione dei voucher provocherà certamente. Molti piccoli negozianti non capiscono l’accanimento della Cgil che in effetti protegge le persone che il lavoro ce l’hanno già e invece in teoria va contro coloro che riuscivano a lavorare saltuariamente grazie ai voucher e non saranno certo assunti perché questi non esistono più.

Quindi i danneggiati sono coloro che non hanno lavoro, tanti purtroppo in Sardegna, e non quelli protetti dai sindacati che il lavoro come detto lo hanno. Pertanto un errore macroscopico del Governo l’abolizione di questi buoni lavoro che ha favorito una parte, i sindacati cioè coloro che hanno un posto, e ha danneggiato invece la controparte fatta di gente senza lavoro fisso e di piccolissimi imprenditori che stanno pagando a caro prezzo la crisi e che ora dovranno fare a meno anche dei buoni lavoro che permettevano di essere in regola e di sopravvivere facendosi aiutare saltuariamente.

Poi per ultimo quel referendum indetto per il 28 maggio difficilmente sarebbe passato perché dalle statistiche solo il 60 per cento degli italiani ne era informato mentre solo il 22 per cento si riteneva un “po’ interessato”. Ora la parola passa al Governo che deve rimodulare la legge sulle prestazioni  occasionali, per salvare tanti lavoratori precari dal lavoro nero anche se occasionale che l’abolizione sicuramente scatenerà.

 

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