Grande folla a Olbia per la XXII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Tutti gli intervenuti hanno espresso la propria solidarietà a don Luigi Ciotti per le scritte minacciose apparse ieri sui muri del vescovado di Locri, dopo la visita in quella città del presidente della Repubblica Mattarella
Inviato: Antonio Tore
E’ stata celebrata ieri a Olbia la XXII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
In Italia, tra le 40 piazze in cui si sono svolte manifestazioni, è stata scelta Locri come luogo simbolo, mentre in Sardegna migliaia di studenti di oltre 45 scuole e volontari provenienti da tutta l’Isola, hanno partecipato ad Olbia alla manifestazione organizzata da Libera, l’associazione fondata da don Ciotti. Anche nell’isola sono stati costituiti presìdi di Libera, ad esempio, a Cagliari, Guspini, Perfugas e Tempio.
Sul palco, allestito nella centrale piazza del Mercato, dopo l’introduzione di Giampiero Farru (referente di Libera in Sardegna) hanno preso la parola Claudia Loi, sorella di Emanuela, l’agente di Sestu uccisa durante l’attentato di via D’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino; Pino Tilocca, figlio di Bonifacio ucciso nel 2004; Cesare Castelbuono, il cui padre Salvatore fu ucciso nel 1978.
Erano presenti anche il Prefetto di Olbia e diversi gonfaloni di varie cittadine, nonché rappresentanti delle forze militari, sempre presenti nel presidio del territorio, con il loro lavoro, spesso silenzioso ma che è costato anche sacrifici in termini di perdite di uomini e donne. Claudia Loi ha detto di sentirsi come “sentinelle della memoria”, invitando tutti i presenti, ma soprattutto le generazioni future, “a fare la propria parte nella costruzione di una società di pace”.
Sono intervenuti con parole di dolore, ma anche di fermezza, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi; il vescovo della diocesi di Tempio, mons. Sebastiano Sanguinetti, il quale ha affermato che “manifestazioni come queste servono a creare cultura, mentalità per costruire atteggiamenti concreti“; padre Salvatore Morittu, fondatore di una comunità per il recupero di tossicodipendenti, il quale ha esortato i giovani “a non cadere nelle facili tentazioni degli spinelli o di droghe, i cui ricavati finiscono inevitabilmente per arricchire proprio le organizzazioni mafiose”.
Tutti gli intervenuti hanno espresso la propria solidarietà a don Luigi Ciotti per le scritte minacciose apparse ieri sui muri del vescovado di Locri, dopo la visita in quella città del presidente della Repubblica Mattarella. Sono stati, poi, letti dai rappresentanti politici, religiosi e da numerosissimi ragazzi delle diverse scuole presenti (tra cui alcuni extracomunitari), i nomi e cognomi delle circa mille vittime delle mafie, in contemporanea con tutte le altre piazze d’Italia.
I presenti ad Olbia hanno, poi, seguito, in diretta streaming da Locri, a cui hanno presenziato oltre 25.000 persone, il discorso di don Ciotti, il quale, tra l’altro, ha affermato con determinazione che nessuna minaccia lo farà desistere dalla sua lotta, che, oggi, porta avanti confortato dalla presenza di oltre mezzo milione di persone nella 40 piazze prescelte da Libera, assieme a quella che ama definire la “società civile responsabile”. “La mafia si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla perché vuol dire venir meno ad un senso di responsabilità. Coraggio e umiltà non richiedono ‘eroismi’ ma generosità e responsabilità, consapevolezza e responsabilità. Dobbiamo ribellarci tutti all’impotenza”, ha affermato don Ciotti alla presenza del presidente del Senato Piero Grasso.
Ha concluso la manifestazione una esibizione del gruppo musicale Almanegretta, che hanno coinvolto i giovani spingendoli a tenersi per mano, ballando al ritmo delle loro musiche, perché “uniti si vince”.