Ordine degli Ingegneri: “La semplificazione non può essere sinonimo di mera contrazione dei tempi. A rischio la qualità progettuale”
Secondo l’Ordine professionale “Nuovo Suape e pericolo conflitto: necessarie norme chiare e un’interpretazione univoca su tutto il territorio”
redazione
L’ Ordine degli Ingegneri dice la sua sul progetto di semplificazione normativa, nuovo Suape, che si risolve soprattutto con una riduzione dei tempi per la conclusione delle pratiche presso la Pubblica Amministrazione. La semplificazione è un’esigenza sentita per andare incontro ai cittadini che spesso debbono sottostare a tempi lunghissimo per vedere una pratica concludersi.
Questo che segue è il comunicato con il punto di vista dell’Ordine degli Ingeneri:
«Semplificazione non è sinonimo di mera contrazione dei tempi». L’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cagliari mette in guardia dal rischio di interpretare solamente attraverso la statistica sulle tempistiche il processo di semplificazione normativa.
«Ridurre significato del concetto di “semplificazione” all’idea di mera contrazione dei tempi rischia di creare profondi disservizi nella pubblica amministrazione e mettere a rischio la qualità progettuale e di approccio che invece andrebbe sempre più perseguita come obiettivo finale del progetto di efficientamento delle organizzazioni pubbliche esistenti – sostiene Fabrizio Porcedda, consigliere OIC delegato all’Urbanistica –. Apprezziamo gli sforzi fatti dalla giunta, che muovono verso la giusta direzione, ma finché non si arriverà ad un corpo normativo certo e univoco su scala regionale non ci sarà vera semplificazione».
I dati riportati dal Sole 24 Ore riguardo l’alta percentuale di conferenze di servizi concluse con procedura semplificata nell’ultimo periodo rappresentano sicuramente un segnale incoraggiante. Ma l’obiettivo non è ancora stato raggiunto.
Con l’adozione delle direttive in materia di Sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia (SUAPE) si è fatto un ulteriore passo in avanti, ma è necessario, sostengono i tecnici, lavorare su linee interpretative chiare e condivise da tutti i livelli amministrativi sull’intero territorio regionale. In queste condizioni, il rischio è che il SUAPE generi un conflitto continuo tra liberi professionisti e PA, ma anche e soprattutto tra liberi professionisti e committenti, che si potrà risolvere solo in sede giudiziaria.
«Per far funzionare il complesso della riforma – spiega Marianna Fiori, consigliere OIC con delega all’Edilizia privata –, risulta inoltre indispensabile investire per la formazione del personale interno e arricchire le dotazioni organiche degli Enti Locali di professionisti con competenze multidisciplinari». Ma non solo. «Oltre a procedere al più presto al riordino normativo – conclude Fiori –, sarà necessario collaborare nella formazione dei liberi professionisti attraverso un percorso formativo dedicato e condiviso, passaggio fondamentale per arrivare a una reale unità di intenti e di preparazione indispensabile per rendere concreta la riforma».