Post della Murgia contro Pigliaru: quattro senatori sardi scrivono alla Rai
Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Cucca e Luciano Uras: “Una professionista come dovrebbe essere la signora Murgia, che assolve a compiti culturali di formazione e coesione sociale, possa augurare, pubblicamente, sofferenza e solitudine, se non addirittura la morte ad alcune persone”
redazione
Quattro senatori sardi attaccano con le armi pesanti Michela Murgia per il post pubblicato stamattina contro Pigliaru e Deiana il cui contenuto è contestato da molte parti e anche da quattro senatori eletti in Sardegna.
Questo che segue il loro comunicato:
“Un gruppo di senatori sardi ha scritto a Monica Maggioni e Mario Orfeo, presidente e direttore della Rai per stigmatizzare un post pubblicato questa mattina da Michela Murgia, scrittrice e giornalista e collaboratrice dell’Azienda di viale Mazzini “Non basta un profilo culturale, anche di valore, perché espressioni cariche di violenza e di incitazione all’odio siano compatibili con il servizio pubblico”.
“Non può passare inosservato – fanno rilevare i senatori Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Cucca, Luciano Uras – che una professionista come dovrebbe essere la signora Murgia, mentre svolge ruoli significativi e di grande visibilità all’interno del servizio pubblico radiotelevisivo, che per antonomasia assolve a compiti culturali di formazione e coesione sociale, possa augurare, pubblicamente, sofferenza e solitudine, se non addirittura la morte ad alcune persone, anche particolarmente esposte per le funzioni pubbliche che esercitano”.
“Oggi si svolgono gli esami di maturità per migliaia di ragazze e ragazzi del nostro Paese. Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni, disse Eleanor Roosevelt. Aver avuto difficoltà a muoversi dall’Isola anche se per un evento particolarmente triste non autorizza certamente un uso violento delle parole. Difficoltà vere di vita di una comunità come quella isolana non autorizzano mai l’uso violento delle parole. Troppi cattivi maestri insegnano questo linguaggio ai giovani. È questo il messaggio che va mandato alle ragazze e ai ragazzi che oggi voltano pagina e dovranno immergersi in una prospettiva di vita diversa, fatta di sacrifici ma anche di fiducia verso gli altri e verso il futuro? Crediamo proprio di no ed è per questo che siamo rammaricati per quelle parole così brutali”
“Confidiamo che insieme a noi – concludono i senatori sardi – anche i vertici della Rai intendano stigmatizzare tale comportamento richiamando la signora Michela Murgia a contenere le sue esternazioni se non per civiltà almeno in un quadro di compatibilità con il servizio pubblico”