Prezioso come i gioielli della corona….

di Massimo Dotta

Il “Lloyds Bank coprolite”, fossile di feci umane scoperto durante la costruzione di una sede dei Lloyds di Londra (da cui prende il nome), è stato definito dal paleoscatologo Andrew Jones “prezioso come i gioielli della corona“.

L’escremento prodotto nel IX secolo, non si sa a chi appartenga, probabilmente venne espulso nella città di York del Regno di Jórvík, un piccolo ma prospero stato occupato dai Vichinghi danesi. Il reperto venne esposto al centro di archeologia della città di York, ma nel 2003 fu fatto cadere da alcuni visitatori e si ruppe in 3 parti. Grazie a un’opera di “riparazione”, oggi il coprolite di York è nuovamente intero, esposto al Jorvik Viking Center dal 2008.

Tutto questo interesse per il fossile, muove una curiosità spontanea verso un campo poco indagato anche se “potenzialmente” interessante, quello dei bisogni fisiologici nella storia. Tra il serio e il faceto molte domande possono essere poste, ad esempio come si ripulivano gli antichi dopo essere andati di corpo?

Difficile dirlo secondo Susan Morrison, docente di letteratura medievale del Texas State University e autrice del libro “Excrement in the Middle Ages; Sacred Filth and Chaucer’s Fecopoetics” (Escrementi nel Medioevo; Sporcizia Sacra e Fecopoetica di Chaucer, Palgrave Macmillan, 2008). “La maggior parte dei materiali non li abbiamo perchè di natura organica che tende a scomparire” ha dichiarato la Morrison in un intervista a Live Science. In ogni caso gli esperti sono riusciti a raccogliere campioni con qualche traccia di feci, ed esistono descrizioni di carta igienica nell’arte e nella letteratura.

Nella storia pare che si siano usati tutti i genere di espediente per nettarsi dopo i bisogni fisiologici, dalle proprie mani a pannocchie di mais, fino alla neve. Alcuni dei più antichi materiali rinvenuti sono dei bastoncini igienici, di bambù avvolto di tessuto, datati al 1000 aC, in Cina, secondo uno studio del 2016 pubblicato sul Journal of Archaeological Science.

Anche il wc venne ritrovato in Cina, in una tomba della dinastia Han, risalente a circa 2000 anni fa, molto simile a quello moderno, con seduta e sistema di scolo a caduta. Un wc che risale al 2000 aC è stato ritrovato anche a Creta: fatto di legno e ceramica, aveva un apposito canale di scolo sotterraneo che portava direttamente a un fiume.

Pietra scavata come sedile per toilet (1372-1355 aC). Museo del Cairo.

Una pietra scavata come sedile per “toilette” è stata trovata in Egitto, durante gli scavi nel palazzo reale di Amarna, risalente al periodo di Akhenaton (1372-1355 aC), e ora esposta al museo del Cairo.
Il primo wc europeo moderno fu invece realizzato nel 1775 dallo scozzese Alexander Cummings, che aggiunse, al prototipo iniziale dello scrittore John Harlington, un utile sifone.

Per rispondere alla domanda iniziale alcuni studiosi sostengono che, dal 332 aC al 642, greci e romani pulivano il loro posteriore con un bastoncino chiamato tersorium, dotato di una spugna a una estremità, posto nei bagni pubblici per uso pubblico. Altri studiosi dissentono, e sostengono che il tersorium non era usato per pulire le persone ma piuttosto i bagni dove queste defecavano. Al di là delle polemiche si sà per certo che questo strumento veniva pulito immergendolo in un secchio di sale o acqua e aceto, e poi sotto l’acqua che scorreva sotto le latrine.

Un Tersorium romano.

Pare che si usassero, sopratutto in Grecia, anche dei pezzi di ceramica arrotondati, in forma ovale o circolare, chiamati pessoi, per pulirsi il deretano. Questi manufatti sono stati ritrovati abbastanza numerosi dagli archeologi, ma sono numerose anche le testimonianze del come si usassero raffigurate sulle coppe per vino.

Kylix (coppa per vino) greco del 510–500 aC.

Nel Giappone dell’ottavo secolo, si usava un altro bastoncino di legno chiamato chuugi, ma anche se sembra che questi bastoncini igienici fossero la soluzione preferita dagli antichi, in realtà ci si puliva con diversissimi materiali: dalla semplice acqua, alle foglie, erba, pietre, pellicce di animali e conchiglie. Nel medioevo si usavano muschio, pelli, paglia, stoffa e pezzi di tappeti e arazzi.

La carta igienica, così come noi la intendiamo, è una creazione relativamente recente, e le prime tracce si trovano, ancora una volta, in Cina, come bene destinato all’uso della famiglia imperiale nel XIV secolo.

Nel 1857 viene, per la prima volta, prodotta industrialmente negli Stati Uniti la carta per uso esclusivamente igienico grazie a Joseph Gayetty, ricordato anche perché stampava il suo nome su ogni singolo foglio. Nel 1879 appare poi in commercio la prima carta igienica in rotoli.

Considerata spesso inefficiente e scomoda, finalmente nel 1942 la carta igienica in Inghilterra diventa più soffice e robusta, e fa la sua comparsa la prima carta a doppio velo. In Italia invece la carta igienica era considerata un lusso fino agli anni ’50 del Novecento, per poi diventare un prodotto di uso popolare.

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