Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Renzo Laconi

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

Via Laconi è una traversa di via Peretti.

Renzo Laconi nacque a Sant’Antioco il 13 gennaio 1916, a Arturo, di simpatie socialiste, e da Maria Casano, entrambi maestri elementari.

Il padre morì nel 1917 e Renzo studiò gratuitamente in quanto orfano, fino alla laurea in Filosofia, nel 1938 all’Università di Cagliari.

Nel 1940 si trasferì a insegnare a Firenze. Nel capoluogo toscano, entrò in contatto con un gruppo di giovani comunisti e, nel 1942, decise di aderire al partito comunista, all’epoca clandestino. Nel 1944 partecipò alla Consulta Regionale Sarda come membro nominato dal PCI.

Il primo a capirne  le straordinarie potenzialità politiche fu Togliatti che nel 1946 lo volle nella Commissione dei 75, incaricata di redigere la Costituzione italiana. Laconi, appena trentenne  divenne uno dei padri della Repubblica. Due anni dopo alle elezioni per l’Assemblea Costituente  arrivò secondo nella lista regionale del partito.

Dal 1957 al 1963 per 6 anni ricoprì l’incarico di Segretario Regionale Sardo del PCI. Sarà poi rieletto deputato nella circoscrizione Sardegna del collegio di Cagliari dal 1948 fino alla morte.

Il suo spessore morale e l’intuito politico, si accompagnavano all’ amore  per la poesia, la  letteratura e la storia, lasciando la sua mente aperta al confronto e al costruttivismo. Queste peculiarità della sua personalità  trovano riflesso nella Costituente, in cui Laconi riuscì a dare sfumature personali.

Si interessò in modo metodico e profondo alla questione sarda e alle problematiche  dell’autonomia, individuando con rara  lungimiranza, la crisi delle istituzioni e del Parlamento. Intravide  nelle istituzioni “una precoce vecchiezza”, che scaturiva non dalla vecchiaia della Costituzione ma dalla mancanza della sua applicazione.

Nel gennaio 1943 rientrò in Sardegna per gli obblighi militari. Oltre a svolgere propaganda antifascista in seno all’esercito, Laconi promosse  l’attività del partito fra gli amici e, ancora in divisa militare, prese parte al convegno regionale del PCI a Oristano nel1943.

Si dedicò alla riorganizzazione del sindacato e divenne segretario della Camera del lavoro oristanese. Nel 1944 fu nominato commissario della federazione comunista di Sassari e membro del locale Comitato di liberazione.

Tra il 1944 e il 1946 diede impulso al movimento per la concessione delle terre incolte, alla costituzione di numerose cooperative di lavoro, produzione e consumo e alla crescita organizzativa del partito. Ad animare il dibattito era il problema dell’autonomia regionale, e all’interno del PCI, a livello regionale, prevalevano posizioni di netta chiusura. Lo stesso Laconi, considerava dannosa una soluzione autonomistica in un regime capitalistico.

Il V congresso nazionale del PCI  a Roma nel 1945  si pronunciò contro ogni ipotesi di organizzazione federalista dello Stato, ma a favore di un’ autonomia regionale per la Sicilia e la Sardegna, per porre fine allo sfruttamento semicoloniale e all’oppressione burocratica.

Il testo dello statuto fu approvato dall’Assemblea costituente, al termine di un dibattito che delineava un modello di programmazione paritaria tra Stato e Regione, per un progetto di sviluppo dell’isola.

Considerato il portavoce di Togliatti  offrì un rilevante apporto alla definizione delle posizioni che il PCI assunse durante il dibattito in assemblea, risultando uno dei costituenti comunisti che più attivamente partecipò alla elaborazione della Carta Costituzionale.

Sulla questione delle autonomie Laconi  condivise l’evoluzione del PCI, che dopo l’estromissione dal governo nazionale si fece paladino del decentramento regionale, come fattore di equilibrio democratico perché assicurava all’opposizione l’ accesso alla direzione politica di ampie zone dell’Italia.

Eletto alla Camera nel 1948 e confermato nelle successive elezioni,  divenne uno dei principali artefici del radicamento del concetto di autonomia.

Dal 1948 l’attività politica divenne particolarmente intensa. Segretario e quindi vicepresidente del gruppo comunista della Camera, nel 1956 entrò a far parte del comitato centrale del PCI.

Nel 1957, in un momento di grave crisi politica ed elettorale del PCI sardo, fu eletto segretario regionale, incarico che lasciò nel novembre 1963.

Laconi morì a Catania il 29 giugno del 1967. 

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