SARDI, POCHI, VECCHI E IN FUGA…

di Massimo Dotta

Una società da ricostruire, una fiducia da ristabilire…Seminario su spopolamento, fuga di cervelli e ritorni in Sardegna all’Università di Cagliari. Secondo i demografi, alla metà di questo secolo la popolazione della Sardegna sarà tornata ai livelli degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il tema dello spopolamento e  dell’abbandono dell’isola da parte delle giovani generazioni.

Da destra la Prof.ssa Annamaria Baldussi, il Dott. Aldo Aledda e la Consigliera Regionale Maria Laura Orrù

Questo tema ha costituito l’oggetto di un seminario che oggi si è svolto nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Cagliari, organizzato in collaborazione con altri attori istituzionali e centri studi. Nel corso dell’incontro, presentato dalla professoressa Annamaria Baldussi della medesima Università e moderato da Aldo Aledda, del Comitato 11 ottobre per gli italiani nel mondo, una nuova generazione di ricercatori – Francesca Mazzuzi, Martino Contu e Antonello Podda –ha presentato i dati e le dimensioni del fenomeno. Su questo interessante e attualissimo tema si sono confrontati esponenti politici e amministratori degli enti locali come Maria Laura Orrù, consigliere regionale ed essa stessa emigrata di “ritorno”, Antonia Cuccu, direttrice del servizio delle politiche per l’inclusione lavorativa della Regione Sardegna, e il presidente dell’ANCI regionale, Emiliano Deiana. E’ seguita una tavola rotonda, introdotta e moderata dal sociologo Gianfranco Bottazzi, a cui hanno partecipato studiosi come Gianni Loy e Marco Zurru, che nel corso degli anni hanno affrontato e dibattuto questi problemi, la presidente della FASI Serafina Mascia, accanto a diversi sindaci dei comuni della regione cui si sono alternati giovani che sono rientrati in Sardegna e hanno portato la loro esperienza di espatriati.

Dall’interessante incontro sono emerse una serie di significative proposte fra cui quella avere nuove politiche di settore che presentino il problema sotto una ottica diversa, ovvero dare centralità a una nuova stagione di politiche attive.

Infatti i circoli dei sardi nel mondo devono finire di essere semplici cartoline della Sardegna, come ha detto la Prof. ssa Baldussi, ma dei veri e propri centri di promozione e sviluppo della nostra regione e i piccoli comuni della Sardegna devono smettere di essere considerati in chiave di semplice svago folclorico per il turismo, come ha detto il Presidente dell’ANCI Sardegna Deiana. Bisogna investire nei veri assi portanti della nostra realtà e su questi sviluppare delle coerenti politiche di sviluppo anche con i contributi della UE come ha ricordato la Consigliera regionale Orrù.

Da tempo e proprio su questi temi l’ Associazione Amici di Sardegna propone un radicale cambiamento delle politiche di settore perchè il vero problema della Sardegna sono i suoi abitanti e le errate politiche sviluppate dagli amministratori  che da anni portano avanti assistenza  e autoreferenzialità che non giovano al rinnovamento degli assetti e allo sviluppo delle dinamiche socio economiche. Per questo occorre partire proprio dagli investimenti nella istruzione, nella formazione e nella cultura ma innovando strategie e contenuti per evitare di riproporre e replicare modelli che non portano sensibili benefici se non per coloro che li gestiscono e che consolidano lo “status quo”. La “Primavera della Sardegna” parte proprio da questo genere di interventi. L’ente pubblico non deve essere percepito come una controparte ma deve fare in modo di essere compartecipe di tutti quei progetti che intendono realmente innovare un sistema che, nel suo complesso, ha fatto il suo tempo, fra errori e contraddizioni.

Da destra la Ricercatrice Francesca Mazzuzzi, la Prof.ssa Annamaria Baldussi e il Dott. Aldo Aledda.

Inoltre secondo Amici di Sardegna in tutte le politiche di sviluppo occorre coinvolgere il Terzo settore non solo per fargli ratificare decisioni già prese ma per farlo concretamente concorrere a partecipare alla assunzione di strategie e decisioni in attuazione del principio di sussidiarietà.

L’analisi del Prof. Bottazzi ci dice infatti che nel giro di alcuni decenni molti dei piccoli Comuni della Sardegna spariranno, con buona pace della nostra autonomia e specialità.

La Sardegna si sta spopolando anche per questo…

Per ulteriori informazioni e contatti : ass.cedise@gmail.com

Commenta!