Una doverosa nota di precisazione su Mario Mameli
Per dovere di cronaca e per la salvaguardia del sacrosanto diritto di rettifica e/o di replica abbiamo ritenuto giusto pubblicare questa comunicazione di Giorgio Mameli che non ho ha trovato alcun riscontro nel quotidiano interessato.
Risposta a La Nuova Sardegna su Mario Mameli.
Ho letto l’artico dedicato a Mario Mameli pubblicato lo scorso 12 aprile da La Nuova Sardegna sulla cui prima pagina è lo strillo: L’aeroporto intitolato all’aviere che gasò gli etiopi che rimanda a pagina 10, dove, per essere sicuri di far passare il concetto, si legge: L’aeroporto di Cagliari intitolato a Mario Mameli il pilota fascista che massacrò gli etiopi con il gas. Si sa, i titolisti sono ragazzi pieni di creatività. A parte l’evidente confusione sul grado di Mario Mameli, era Sottotenente della regia Aeronautica Militare, i due titoli non rendono merito all’articolo firmato dallo Zoccheddu Claudio e il pezzo dello stesso non rende merito ai titoli. Da questi sembra che Mario Mameli, unico e solo, abbia dichiarato guerra all’impero d’Abissinia e l’abbia condotta tutta in prima persona. Nell’articolo invece, citazione testuale, “la partecipazione di Mameli alle battaglie non può essere descritta con dovizia di particolari, (la virgola è una mia aggiunta) ma l’utilizzo della Regia Aeronautica fu massiccio e, non avendo nessun (magari meglio alcun) contrasto dalla parte “nemica” , fu decisivo.” Quindi delle due l’una: o ha fatto tutto Mario Mameli in perfetta solitudine o della sua partecipazione alla guerra d’Abissinia l’articolista sa ben poco. Un salto all’Archivio di Stato e all’Archivio dell’Aeronautica potrebbe renderlo edotto su quanto sta trattando. Alcune affermazioni contenute nell’articolo sono un semplice copia e incolla da wikipedia, nuova bibbia del giornalismo moderno che non ama scartabellare archivi, con tratti lirici come: “(il viaggio di De Pinedo) si scolpì nella mente del giovane Mameli”. Chissà qual è la fonte di questa affermazione: forse l’ennesima scopiazzatura.
Passo quindi al Direttore de La Nuova Sardegna, Bedeschi Giacomo. allo Zoccheddu Claudio e anche al titolista, figura sempre negletta nelle richieste di rettifica, alcune informazioni di certa e sicura fonte:
– I genitori di Mario furono Patrizio e Maria Celestina Aromando, sassarese. Gli Aromando, famiglia di origine partenopea, ripararono in Sardegna dopo la caduta della Repubblica Napoletana (1799) e l’impiccagione di Francesco Caracciolo, di cui erano seguaci, a opera di Horatio Nelson.
– Patrizio Mameli possedeva una conceria ed era un industriale, nel ramo della pelletteria, noto nell’Isola e nel continente.
– Mario Mameli, dopo le elementari fu iscritto, come altri due suoi fratelli al Convitto Nazionale Cicognini dove rimase fino alla 5^ ginnasio, poi si iscrisse all’istituto tecnico uscendone come perito industriale. Aveva passione per i motori.
– Soldato di leva (posto in congedo illimitato il 30 novembre 1930) chiese di essere ammesso quale allievo ufficiale di complemento nella Regia Aeronautica e il 26 gennaio 1931 si presentò alla Scuola di Pilotaggio di Sesto San Giovanni e non di Capua come erroneamente indicato dallo Zoccheddu, dove il 6 agosto fu nominato “Pilota di aeroplano su apparecchio”, il 15 dello stesso mese fu assegnato alla Scuola Allenamento Caccia Terrestre ad Aviano dove il 27 settembre fu nominato “Pilota Militare di aeroplano su apparecchio”. Fu quindi inviato alla Regia Accademia di Caserta dove completò gli studi con la nomina a Sottotenente di Complemento. Prima assegnazione il 7° Gruppo Autonomo di Assalto Caccia Terrestre a Roma, ecc. ecc. (fonte: Stato di Servizio di Mario Mameli, Ufficio Matricola).
– Mario Mameli dal 31 dicembre del 1935 è Tenente di Complemento e dal 24 febbraio 1936 Sottotenente in s.p.e. per meriti straordinari. Il passaggio in s.p.e. ebbe l’approvazione finale dal Generale Ajmone Cat, Comandante Aeronautica Africa Orientale, con la nota autografa “Ottimo e provato elemento. Concordo” (fonte: Stato di Servizio di Mario Mameli, Ufficio Matricola e Relazione sul servizio prestato presso la 15^ Squadriglia dal Sottotenente di Complemento Pilota Mario Mameli) e con questo passaggio coronò il suo sogno.
– Mario Mameli non partì volontario, ma “mobilitato per esigenze A.O.” (fonte: Stato di Servizio di Mario Mameli, Ufficio Matricola) A margine: gli italiani che si arruolarono volontari per la guerra d’Abissinia furono circa 50.000.(fonte: Giorgio Rochat. Le guerre italiane 1935-1943, Eimaudi)
– La 15^ squadriglia, denominata La Disperata, durante la permanenza in servizio operativo di Mario Mameli (novembre ‘35 – 1 marzo ’36), utilizzò armi convenzionali e non risulta ne abbia impiegate di chimiche. (fonte: Archivio Aeronautica A.O.I.). D’altra parte sarebbe stato quantomeno bizzarro che Mussolini affidasse armamenti vietati proprio alla squadriglia di suo genero o a quella dei suoi figli, la 14^, battezzata Hic sunt leones altrimenti detta Teste di Leone (non avevano un buon consulente di comunicazione).
– Molte delle azioni, in totale quarantatre. non poche delle quali come ricognitore, a cui ha partecipato Mario Mameli sono state condotte a bassa o bassissima quota, situazione non certo consona all’utilizzo dei gas e spesso il suo aereo è tornato colpito da scariche di fucileria. Nell’operazione del 18 novembre 1935 il serbatoio della benzina fu centrato da diverse pallottole e la falla fu tamponata dal Sergente motorista Carlo Cipollini con uno straccio per tutta la durata dell’azione (fonte: Archivio A.O.I.) Sui giornali nazionali e locali dell’epoca, magari anche La Nuova Sardegna, è riportato l’episodio, ricordato anche da Vittorio Mussolini nel libro “Voli sulle Ambe” (Sansoni 1937). Con ciò si spiega il riferimento agli “attacchi a bassa quota da cui il veivolo rientrava spesso colpito” scritto nella motivazione per l’assegnazione della medaglia al valore.
– Mario Mameli, detto per inciso, era specializzato nel volo radente ed era considerato uno dei migliori piloti della Regia Aeronautica, ha fatto parte anche del reparto d’Alta Acrobazia, tanto da ottenere la valutazione di Ottimo con punti 19/20 firmata da Galeazzo Ciano, comandante della squadriglia. (fontre: Archivio di Stato).
– Mario Mameli fu abbattuto il 1 marzo 1936 e non il 2 marzo come erroneamente riportato dallo Zoccheddu Claudio Fu colpito, con lui anche il comandante Tenente Colonnello Ermanno Bartolini. in pieno petto da raffiche di mitragliatrici, mentre risaliva le pendici del Monte Andino per neutralizzarne un nido (fonte: curriculum vitae del Sottotenente Pilota Mario Mameli, Archivio di Stato).Volava radente.
– Non so se Mario Mameli fosse iscritto al PNF, ma di certo Renzo De Felice definì il periodo dal 1929 al 1936 come gli anni del consenso (fonte: Renzo de Felice, Mussolini il duce, gli anni del consenso) e nel 1939 gli iscritti al PNF erano 6.000.000. Sicuri che in quegli anni con Guglielmo Marconi, Filippo Marinetti, Giovanni Gentile e Luigi Pirandello non ci fosse anche De Pinedo?
In queste settimane RAI Storia sta dedicando un interessante documentario a puntate sui cento anni della Aeronautica Militare, la seconda puntata tratta anche della guerra d’Abissinia e dell’esecrando uso dei gas che nessuno, me compreso, nega e delle “azioni di sbarramento C” : una utile visione. Questo il link.: https://www.raiplay.it/video/2023/03/Storia-dellAeronautica-italiana-1923-1961-Nei-cieli-di-guerra-d3464ade-a1f8-4afb-915e-e1ecb7ef74fa.html
Giusto per documentazione e non scrivere a raglio.
Infine: sono personalmente contrario a tutte le guerre di aggressione, specialmente a quelle coloniali. Le considero le più infami, se si può stilare la classifica delle infamità e dalla fine del secondo conflitto mondiale ce ne sono state tante. Considero la cancel culture una fesseria (dovremmo distruggere tutti i dipinti di Caravaggio e cambiare di nome a tutte le piazze, vie, scuole intitolate a Cristoforo Colombo, Nino Bixio e Luigi Cadorna, tanto per citarne tre) e ogni fatto vada contestualizzato nel periodo storico di riferimento. Contemporaneamente sono convinto che ogni affermazione debba essere supportata da fonti autorevoli e certe.
Ho chiesto al Direttore Bedeschi di pubblicare la mail inviatagli a correzione delle erronee affermazioni contenute nell’articolo riguardanti Mario Mameli, ma fino ad ora nulla è stato pubblicato. Ognuno si inganna come crede.
Giorgio PCA Mameli
- Nella foto del 1993 un momento della solenne tumulazione di Mario Mameli nel Cimitero militare di San Michele a Cagliari. Sulla sinistra Sauro Mameli (Fratello di Mario) con i suoi familiari che tanto ha fatto per riportare la salma di Mario nella sua città natale.
Ho letto con attenzione quanto il Signor Giorgio ha voluto precisare . Purtroppo c’è tanta gente a cui piace parlare o scrivere basandosi sul sentito dire o quantunque mettendo a frutto la propria fantasia per produrre qualche articolo quando si tratta di “giornalismo” ( che sarebbe sbagliato chiamarlo tale quando vengono riportati dati imprecisi su fatti o personaggi della storia ) . Pertanto , dalle precisazioni messe in chiaro dal Sig. Giorgio Mameli credo proprio che quel giovane e ardito Tenente abbia compiuto il dovere da soldato ne più e ne meno come hanno sempre fatto tutti i soldati di tutte le guerre . Nello stesso periodo mio padre , che faceva l’artigliere in Libia era costretto a sparare contro i nemici , ma come alcuni direbbero ad ammazzare uomini, e non per questo ho dovuto considerarlo un assassino . Ma neppure a mio povero nonno che imbracciava la baionetta nelle trincee di Asiago e Vittorio Veneto . Anzi , a lui lo stato italiano gli consegnò addirittura alcune medaglie , una d’oro . Benvenuta chiarezza e grazie Signor Giorgio.