“Una vita da social”: campagna educativa della Polizia di Stato

Al via la 5^ edizione di “Una vita da social” la Campagna educativa itinerante sui temi dei social network e del cyberbullismo: il 28% degli studenti delle scuole superiori è vittima di bullismo, la percentuale sale al 30% tra gli alunni delle scuole medie. Il dato è in netta crescita rispetto allo scorso anno

di Antonio Tore

 

È ripartita da Milano lo scorso 29 gennaio, la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ed ha raggiunto la Sardegna dove sono state previste tre tappe a Siniscola il 28 febbraio, a Bosa il 01 marzo e a Cagliari domani 2 marzo.

Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel corso delle precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 300 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 Istituti scolastici, 39.000 km percorsi e 190 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 121.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

Ancora una volta Aziende come Baci Perugina, Facebook, FireEye, Google, Karpesky Lab, Lenovo, Microsoft, Norton by Symantec, Skuola.net, Vodafone, Youtube e società civile scendono in campo insieme alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime”.

L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo e l’hastag #unaparolaeunbacio potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

Da Milano a Palermo, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale per l’intero anno scolastico incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

A Siniscola in piazza Santo Stefano; A Bosa in Piazza 4 Novembre e a Cagliari, nell’accogliente cornice del Corso Vittorio Emanuele (area pedonale) ospiterà gli studenti dalle ore 9.00 alle ore 13.30.

“E’ un’iniziativa che la Polizia di Stato promuove con appassionato impegno fin dal 2014, accolta anche nella provincia di Cagliari con grande entusiasmo già dalla sua prima edizione.

E’ sempre stato importante per noi dialogare con i giovani, essere vicini a loro e alle loro problematiche. Vogliamo connetterci con il loro mondo ed esserci sempre, in tutti i luoghi, reali e virtuali, dove i ragazzi si incontrano, imparano, crescono, gioiscono o soffrono” – afferma il Questore di Cagliari.

“Comprendere i giovani non è oggi, per gli adulti, un compito sempre agevole, soprattutto quando si tratta di interpretarne i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile – asserisce Anna Maria Mazziotto, Dirigente Compartimentale della Polizia delle Comunicazioni per la Sardegna. Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai loro genitori. Un rischio per il navigatore solitario del cyberspazio, che per ore su Internet incontra altri viaggiatori altrettanto solitari e a volte già contagiati da “pericoli del web”. Il fascino della rete, prosegue Mazziotto, la sottile suggestione del messaggio virtuale, l’idea di sentirsi anonimi, ed il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Questa “nuova” tendenza sembra contribuire non poco alla creazione di ulteriori conflitti e stati di disagio in giovani e meno giovani che spesso sperimentano solitudini moderne nate anche dalla irrefrenabile tecnologia. Per fare della Rete un luogo più sicuro crediamo tuttavia – conclude Mazziotto – che si debba ulteriormente proseguire nel diffondere la cultura della sicurezza in rete e in questo contesto si inserisce l’iniziativa di “Una vita da social” che orienta i ragazzi verso un uso corretto e consapevole del web”.

Dai dati in possesso della Polizia e dagli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, anche in Sardegna, si evince l’importanza delle attività di informazione e sensibilizzazione per far si che la rete possa essere per i ragazzi una grande opportunità e non un limite.

I social network infatti sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager.

Secondo quanto emerso dai risultati di una recente indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza sul corretto uso di internet, su circa 8mila adolescenti di 18 regioni italiane, il fenomeno è in crescita.

Analizzando la fascia del campione tra i 14 e i 18 anni, salgono infatti al 28% le vittime di bullismo (nel 2016 erano il 20%, quindi un aumento del 40%), mentre circa l’8,5% è preso di mira sul web e sui social (6,5% lo scorso anno, quindi un aumento del 30%). Circa l’80% di questi ultimi, è oggetto di insulti e violenze sia nella vita online che in quella reale.

L’incidenza del bullismo “offline” è ancora nettamente maggiore: tra le vittime, il 46% ha pensato almeno una volta al suicidio e ha messo in atto condotte autolesive per il 32%. Il 75% delle vittime di bullismo si sente depresso e triste, il 54% ha frequenti crisi di pianto.

Tuttavia il cyberbullismo presenta risvolti particolarmente oscuri: tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali, a volte anche quotidiane, il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio nel momento di sofferenza maggiore. Tra i giovani coinvolti, il 52%, confessa di provocarsi del male fisico intenzionalmente. Se poi è l’82% a dire di sentirsi frequentemente triste e depresso, circa il 71% esplode in frequenti crisi di pianto.

Tra i ragazzi più piccoli, appartenenti alla fascia tra gli 11 e i 13 anni, la percentuale di vittime di bullismo e cyberbullismo sale rispettivamente al 30% e al 10%. La frequenza di crisi di pianto (45% circa) e di tristezza e depressione (70%) è simile sia tra chi è oggetto di violenza e comportamenti offensivi online sia tra chi li subisce nella vita reale. Per quanto riguarda l’autolesionismo, invece, si rilevano numeri superiori tra chi viene preso di mira in rete: si provoca ferite e contusioni circa 1 su 2, contro il 33% delle vittime del bullismo “disconnesso”.

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