Burcei: sorpresi due bracconieri che esercitavano l’uccellagione

Volatili messi in commercio, spesso congelati, a 200 euro al chilo. Circa 80/100 euro per otto uccelli la cui parte edibile complessiva pesa meno di 400 grammi, considerata la media di 70 grammi di peso per un tordo vivo

 redazione

Mettono in commercio volatili, spesso congelati, a 200 euro al chilo. Circa 80/100 euro per otto uccelli la cui parte edibile complessiva pesa meno di 400 grammi, considerata la media di 70 grammi di peso per un tordo vivo: questo il prezzo di vendita deciso dai bracconieri a danno dei consumatori o perché si tratta di animali surgelati e non freschi o perché storni privati di becco e zampe che vengono spacciati per tordi. Un’attività illecita contrastata dagli agenti del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale, intervenuti in questi giorni coordinati dall’Ispettorato di Cagliari in due diverse operazioni nell’ambito piano antibracconaggio 2018.

 SETTE FRATELLI. Due gli uomini sorpresi nella zona. Il personale della Stazione di Muravera ha colto in flagranza di reato un cinquantenne di Burcei mentre esercitava l’uccellagione in località Su Accu’e Gattus. Durante le operazioni di controllo e le perquisizioni i Forestali hanno rinvenuto e sequestrato diversi volatili fra tordi e pettirossi, già spennati e congelati e pronti alla commercializzazione al mercato nero. Sono state rinvenute diverse trappole, alcune delle quali già posizionate in campagna. Un agricoltore di Maracalagonis è invece stato sorpreso dal personale della Stazione di Campu Omu in flagranza del reato di uccellagione a Sinnai, in località Barisoni. Aveva con sé un merlo e sono state rinvenute e sequestrate 48 trappole a scatto e 9 trappole a bacchetta. Con la perquisizione domiciliare sono state trovate alcune munizioni da caccia detenute illegalmente.

 MOLENTARGIUS. Un drone ha supportato la ricognizione degli agenti della Stazione Forestale di Cagliari, con la qualificata collaborazione della Lipu. La visione dall’alto ha consentito di individuare le postazioni utilizzate da bracconieri per catturare gli storni. Sono state recuperate due reti della grandezza di 30×5 metri ciascuna e la relativa palizzata che le manteneva in verticale per la cattura di volatili. Inoltre è stata sequestrata una barca, un coppo, e alcuni sacchi usati per annegare le prede. Nel corso dell’operazione è stato recuperato un raro esemplare di Pollo sultano, morto dopo essere stato intrappolato nelle reti.

 PESSIME CONDIZIONI IGIENICHE E RISCHI PER LE SPECIE. Oltre all’elevato prezzo di vendita, il Corpo forestale sottolinea la mancanza di rispetto per l’ambiente e per le condizioni d’igiene. Il materiale rinvenuto lascia infatti poche perplessità circa la natura professionale dell’attività di bracconaggio, alimentata dal consumo al mercato nero delle cosiddette “tacculas”, cioè di un quantitativo di otto uccelli già cucinati e messo in vendita. Durante le perquisizioni il personale del Corpo Forestale prende ordinariamente atto delle pessime condizioni igieniche dei locali e dell’attrezzatura. Grave il danno per la sopravvivenza delle specie che sono minacciate dalle trappole che catturano, in modo assolutamente non selettivo, qualsiasi specie di avifauna: dai rapaci stanziali alle specie migratorie. Inoltre i metodi di cattura sono crudeli e offensivi per la sensibilità verso gli animali.

 APPELLO DEL CFVA. Il Corpo forestale rinnova l’appello a segnalare al numero 1515 chi vende “tacculas” e ricorda che acquistarle significa perpetuare il bracconaggio.

 

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