Cagliari, un museo tra i cipressi: Viaggio alla scoperta del Cimitero di Bonaria

All’ombra dei cipressi, la guida turistica Roberta Carboni racconterà le storie degli abitanti dell’antico camposanto cagliaritano, tra curiosità e mistero. Appuntamento per domenica 30 Settembre

di Daniela Puggioni

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
Confortate di pianto è forse il sonno
Della morte men duro?

Scriveva così, nel lontano 1807, Ugo Foscolo nel suo “Dei sepolcri”. Sebbene questa domanda resti sempre priva di una risposta, possiamo però affermare che il Cimitero Monumentale di Bonaria sia ancora oggi un luogo di grande pace e soprattutto di bellezza.

Il prossimo 30 Settembre alle ore 10:30, Roberta Carboni, guida turistica cagliaritana di Tour Lab Sardinia, accompagnerà curiosi ed appassionati tra le mura di questo suggestivo luogo di sepoltura, per scoprirne segreti e curiosità. Il colle di Bonaria venne da sempre utilizzato come necropoli, ma tra il 1829 ed il 1969 venne adibito ufficialmente ad unica zona cimiteriale della città di Cagliari. Vi riposano grandi personalità della storia cagliaritana, dal celebre sindaco Ottone Baccaredda al tenore Piero Schiavazzi, dal Canonico Giovanni Spano all’artista Tarquinio Sini.

Al suo interno vengono conservate opere di grande pregio, tra cui spiccano alcune veri e propri capolavori, non soltanto per la tecnica di realizzazione, ma per il loro grande impatto emotivo. Il piccolo Efisino Devoto, spirato appena bambino, sembra quasi addormentato sulla sua seggiola nella scultura del 1887, per lui realizzata da Giuseppe Sartorio. A svelare la triste natura di quella posa assonnata, il triste epitaffio “Cattivo! Perché non ti risvegli?”. Dello stesso artista, la scultura di Francesca Warzee, moglie di un imprenditore belga, rappresentata sdraiata sul suo letto di morte mentre il suo bambino le solleva il velo dal viso, quasi a volerle dare un ultimo bacio. Durante il percorso non mancheranno scorci della Cagliari più antica, come i cubicoli funerari di Munazio Ireneo, Giona e del Buon Pastore, tornati alla luce casualmente nel 1888, ricchi di testimonianze del simbolismo paleocristiano.

Lungo i viali ornati da alti cipressi, le bianche statue marmoree spiccano e si propongono, quasi a voler raccontare le storie dei personaggi che rappresentano. La pietra, quella delle sculture ma anche quella di cui sono lastricati i viali e di cui sono costruite le recinzioni, diventa qui testimone della società che si è evoluta e trasformata nel corso di più di cento anni, con contraddizioni, peccati e debolezze. Ma l’itinerario di Roberta Carboni vuole raccontare anche storie dimenticate, che hanno trovato in questo luogo di pace, silenzio e segretezza. Cosa accadde al custode del cimitero di Bonaria nel 1854? E quali enigmi si nascondono dietro la scomparsa del grande scultore Sartorio, passato alla storia come “il Michelangelo dei morti”?

Maggiori informazioni sul sito www.tourlabsardinia.it.

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