Chernobyl: dopo l’incidente nucleare 15 mila giovani Bielorussi giunti in Sardegna
Un incontro promosso dalla Regione, a Cagliari, nella sede del Seminario arcivescovile, sui rapporti ormai consolidati tra la Sardegna e la Bielorussia
di Siro Zani
Una delle più grandi e importanti migrazioni degli ultimi decenni da un’area all’altra dell’Europa. In 25 anni, dopo l’incidente nucleare avvenuto a Chernobyl, sono giunti in Sardegna 15mila giovani bielorussi nel quadro di uno scambio di esperienze che ha arricchito umanamente i bambini in arrivo da Minsk e le famiglie sarde che li hanno accolti”. Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu nel corso dell’incontro promosso dalla Regione, a Cagliari, nella sede del Seminario arcivescovile, sui rapporti ormai consolidati tra la Sardegna e la Bielorussia.
Durante il confronto moderato da Marco Sechi, che si occupa nell’ambito della presidenza della Giunta di cooperazione internazionale, sono intervenuti anche monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, Micaela Morelli, prorettore delegato per la ricerca dell’Università del capoluogo, Angelo Cau, consigliere d’amministrazione della Fondazione Sardegna e Giuseppe Carboni, console onorario della Repubblica di Belarus a Cagliari.
“La Sardegna, che con grande disponibilità ha accolto i bambini bielorussi, ha instaurato un legame stabile e un rapporto profondo con il paese dell’Europa orientale. Su queste basi – ha continuato Spanu – la Regione, con la collaborazione preziosa di altri enti e istituzioni, ha costruito relazioni economiche e culturali solide e proficue. La stessa Regione è partner della Repubblica di Belarus in numerose attività e iniziative che si sono sviluppate in diversi settori di reciproca utilità e interesse: turismo, Ict e aerospazio. Molto stretto anche il rapporto nell’ambito universitario con un reciproco scambio di informazioni e conoscenze”.
“La storia dei rapporti tra la nostra isola e la Repubblica di Belarus ci insegna – ha osservato ancora l’assessore Spanu – che non dobbiamo aver paura del confronto e che dobbiamo investire sulle relazioni che sono in grado di garantire sviluppo economico e crescita culturale”.
L’incontro, seguito da molti ragazzi bielorussi appena giunti in Sardegna e dagli artisti del Complesso nazionale giovanile bielorusso di danza coreografica “Rovesnik” di Minsk, in scena nei giorni scorsi al Teatro Massimo, è stato arricchito dalle testimonianze delle famiglie sarde impegnate nell’accoglienza.
Di grande significato gli interventi di Viktorya Pistis-Shablova e Olga Izofatova, due giovani bielorusse che in Sardegna si sono perfettamente integrate e che di recente hanno conseguito la laurea.