Dopo il COVID Restiamoincontatto
Restiamoincontatto è il titolo dato a un semplice, piccolo grande evento fortemente voluto da Antonella Fiori Laureata in Scienze Naturali e istruttrice di Yoga, una bella persona, solare e positiva, che il 30 luglio ha organizzato questo evento a Torre degli Ulivi presso il locale Sotto la Torre.
Scopo della iniziativa è stato quello di raccogliere le testimonianze di diverse persone che a vario titolo si sono raccontate per testimoniare le proprie passioni, i loro desideri e le delusioni incontrate nel corso del loro operare. In altre parole dar voce a quella che dovrebbe essere una cosa normale: la ricerca di benessere personale e delle società di riferimento
Che poi tanto normale non è visto quanto il servizio informativo sia legato al potere politico e ai potentati massonici e industriali
Storie diverse dunque, da contesti e ruoli differenti, ma tutte convergenti verso un unico grande obiettivo: migliorare la qualità della propria vita e quella delle rispettive comunità di appartenenza. Dagli interventi sono emersi numerosi spunti di riflessione anche su quello che dovrebbe essere il futuro della Sardegna, passando attraverso la miopia della nostra classe politica e dei dirigenti di enti pubblici e privati, attraverso i limiti del nostro modo di fare e vivere la società. In primis l’egoismo, l’indifferenza, l’individualismo che quotidianamente incontriamo; caratteristiche sicuramente non solo sarde ma, che da noi, forse a causa dell’insularità e di alcune vicende storiche, hanno assunto una significativa diffusione.
Infatti, oggi più che mai, grazie o per colpa della pandemia appare utile e doveroso restare in contatto – anche con l’uso della mascherina – per conoscerci e comunicare. Ma non per cazzeggiare dietro una tastiera di computer o sui social ma per ritrovare o dare senso alla nostra esistenza. A mio avviso questa Pandemia, che tanto male ci ha arrecato, ha avuto anche un aspetto positivo. Quello di obbligarci a guardarci dentro e comprendere il senso della vita e l’importanza dei veri rapporti umani. In altre parole il COVID 19 ci ha dato modo di farci soffermare sul senso delle cose aiutandoci nel desiderio di superare, tutti insieme, ognuno per quanto possibile, questo difficile momento e desiderare la comunità e l’incontro fisico delle persone e magari di spalmarci in un gruppo in cui immergersi e avere il piacere di annullarsi.
Proprio come è riuscita a fare Antonella che ha trovato una grande disponibilità, non solo dei relatori ma anche del pubblico che ha risposto a questa semplice, quanto sconvolgente proposta che non ha comportato alcun costo se non quello di andare a Torre degli ulivi con i propri mezzi, nonostante il grande caldo della giornata.
Fra gli attori dell’evento indichiamo in ordine di apparizione: il pubblico che “stoicamente” ha voluto per oltre 3 ore partecipare e gli intervenuti che in ordine di apparizione sono stati di:
-Antonella Fiori che con molta cordialità ha fatto una piccola presentazione dellì’evento illustrandone i motivi.
– Alessandro Baldasserini giornalista e Direttore responsabile della rivista #Go GeoturismoOnline ha manifestato la sua delusione in merito alla mancanza di strategia della Sardegna in fatto di valorizzazione delle sue risorse geoturistiche e ambientali di cui la classe politica regionale è responsabile. Nel corso del suo intervento ha indicato alcune delle possibili soluzioni da attuare, anche nel breve periodo, per ridare alla Sardegna una piena visibilità internazionale con il conseguente reinserimento del Geoparco della Sardegna, fra i siti UNESCO.
-Matteo Pitzalis presidente della coop. “Antarias” che gestisce le visite al Castello di Siliqua ha raccontato le varie vicissitudini della iniziativa e quanto la passione per la cultura e l’amore per la propria terra possa animare le persone, nonostante i grandi sacrifici che questo comporta. La ricetta da lui proposta si può riassumere in tre parole passione, determinazione e impegno per se e per la Sardegna.
-Nicola Melis presidente “Cammino 100 torri” un ingegnere, dal lungo e lungimirante respiro, prestato ai “Cammini” e all’architettura umana ha parlato della sua iniziative e delle difficoltà incontrare per realizzare un cammino costiero della Sardegna di oltre 1200 kilometri e anche per far superare gli steriotipi culturali, psicologici, fisici e relazionali che molte persone hanno nell’affrontare questo impegnativo percorso
-Piera Spissu ha parlato della sua esperienza di “Corpo e Mente” che porta avanti nella sua Palestra di Capoterra dove pratica una giovane disciplina importata dagli USA “Crossfit gymnastic” che ha parlato della sua passione che poi è quella di aiutare le persone a superare attraverso una particolare tipologia di ginnastica i propri limiti psico fisici spesso precostituti da altri e di cui noi spesso siamo artefici e vittime allo stesso tempo.
-Giuseppe Masala Presidente della Associazione “Bridge Selargius” ha parlato di quanto questa disciplina sportiva aiuti le persone a migliorare se stessi, la propria psiche e per l’effetto rispettare gli altri e aiutare farla socializzare e di quanto questa pratica sportiva si stia diffondendo in ogni fasce di genere e di età. Questa attività favorisce davvero la crescita delle persone anche attraverso lo sviluppo del principio “avversari nel gioco, fratelli per la vita”.
-Roberto Copparoni, docente, scrittore e giornalista che ha parlato della esperienza maturata con la Associazione Amici di Sardegna che da tanti anni propone iniziative sociali e culturali di “formazione permanente e di animazione territoriale” non solo a livello regionale ma anche internazionale, soffermandosi sulla necessità di conoscere prima di tutto la Sardegna attraverso la propria cultura, lingua, ambiente per generare e/o consolidare consapevolezza e sana identità nella popolazione. Due frasi sintetizzano il suo pensiero: “ Chi non ha cultura non ha futuro” e usando una frase di Paul Coelho “ Il futuro appartiene a che ha il coraggio di sognare”.
-Roberta Manca, presidente di una Associazione che è stata anche ONG con riconoscimento ministeriale, prima in provincia di Cagliari, con sede proprio a Capoterra che si occupa di cooperazione internazionale, ha, invece parlato di come e di quanta superficialità e indifferenza si parli di questi temi e citando alcuni dei delle buone prassi esportate dalla Sardegna in campo internazionale e di quanto sia utile e necessario confrontarsi con gli altri popoli, non solo per condividerne le affinità ma, soprattutto, per comprenderne le ragioni delle diversità.
Nell’augurio che questa interessante iniziativa dia luogo a tanti altri incontri di questo genere ci permettiamo di segnalare un altro titolo per il prossimo evento, che poi è molto attuale nella nostra società: “Conosciamo i nostri profeti”, magari con un sottotitolo del tipo : testimonianze e vicissitudini di comuni cittadini resilienti che vogliono un futuro diverso e migliore.
Forse questo titolo, che va al di là della evocazione biblica, ha una grande fondo di amara verità ovvero l’indifferenza dei tanti profeti, liberi cittadini, gente comune che vengono quotidianamente ignorati, non ascoltati o che non hanno la possibilità di comunicare o tantomeno beneficiare dei favori dei media e che hanno delle semplici quanto utili proposte e che vogliono gridare, nonostante tutto: “UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE”
A cura della Redazione di Sardegna Magazine