I veterani della II guerra mondiale e la nascita del basket su sedia a rotelle.
di Massimo Dotta
Un mercoledì sera, durante la primavera del 1948, 15,561 spettatori hanno riempito il Madison Square Garden di New York per assistere a una partita di basket giocata tra due squadre di veterani della seconda guerra mondiale.
Ma i team a confronto non erano composte da giocatori ordinari: la squadra di casa era composta da veterani disabili dall’ospedale Halloran a Staten Island, mentre gli ospiti appartenevano all’ospedale Cushing di Framingham, Massachusetts. I giocatori entrarono in campo su delle sedie a rotelle scintillanti e grazie ai precisi tiri di Jack Gerhardt, un paracadutista ferito in Normandia, la squadra di Halloran vinse con un punteggio di 20-11.
Ma non era il risultato la cosa più interessante per la folla di spettatori, si sentiva la consapevolezza di assistere ad un evento speciale. Fino a quel momento lo sport per disabili non esisteva nemmeno come idea, e gli atleti apparvero come dei fenomeni viventi, quasi un miracolo della medicina.
Infatti prima della seconda guerra mondiale la disabilità motoria corrispondeva più o meno a una sentenza di morte virtuale, con un’aspettativa di vita, per coloro che avevano sofferto di qualche forma di trauma che inficiava l’uso delle gambe, stimata in 18 mesi circa.
La maggior parte moriva per sepsi o infezione, e chi sopravviveva veniva stigmatizzato e nascosto dalle famiglie, senza possibilità di lavoro, vita sociale o matrimonio.
Nel periodo pre conflitto questo pregiudizio si estendeva fino al presidente Franklin D. Roosevelt, che era costretto su una sedia a rotelle dopo aver preso la poliomielite. Roosevelt non nascose mai la sua condizione dopo esser stato eletto, ma apparse raramente in pubblico in sedia a rotelle e evitava con decisione di farsi fotografare.
La seconda guerra mondiale portò un grande cambiamento nella mentalità del pubblico nella percezione della disabilità motoria. Infatti una nuova normalità, costituita dai numerosissimi veterani in via di recupero, dopo ferite invalidanti, aveva fatto la sua apparizione.
Ernest Bors in California e Howard Rusk a New York furono alcuni dei dottori che introdussero metodi ricreativi come terapia di recupero per i pazienti, sperimentando diversi sport.
Ma la svolta arrivò con un istruttore del Birmingham VA hospital, a Van Nuys in California, Bob Rynearson. Rynearson notò che i veterani amavano giocare una forma rozza di basket quando i campi erano liberi e iniziò ad organizzarli. Cominciò a creare esercizi per manovrare le sedie a rotelle e scrisse il primo pacchetto di regole per il nuovo sport. Chiaramente le possibili scorrettezze cambiavano se si giocava con le sedie a rotelle e una regola ad esempio, permetteva al giocatore di spingere solo due volte sulle sue ruote quando in possesso di palla dopodichè doveva passare o tirare.
Rynearson venne anche aiutato dalle nuove sedie a rotelle prodotte in California. Le sedie antiche erano ancora basate su un design risalente alla metà dell’ottocento, in legno, rigide, essenzialmente fatte con pezzi di mobili, con la manovrabilità di una portaerei.
Alla fine degli anni 30 del novecento due ingegneri, Herbert Everest e Harry Jennings, diedero alle sedie a rotelle più manovrabilità. La sedia a rotelle Everest & Jennings’ era leggera da spingere, fatta in acciaio da aereoplani, con un peso totale di circa 20 kg, e sembravano l’ideale per il basketball.
E il gioco divenne presto famoso in California, e diversi gruppi di veterani in cura al Cushing VA hospital in Massachusetts, cominciarono a giocare la loro versione del basket su sedia a rotelle. Nacquero numerose squadre con nomi come i “Rolling Devils“, “The Flying Wheels“, e i “Gizz Kids” che riempivano gli stadi quando giocavano richiamando moltissimi fans.
Per un certo periodo furono amati anche dai media, assetati di novità, e sulla copertina del Newsweek apparse una foto di Jack Gerhardt, la star della squadra di Halloran. Ogni rivista li ebbe in copertina da Women’s Home Companion a Popular Mechanics e Daily Worker.
Nel 1946 si formò anche la Paralyzed Veterans of America organization (PVA) i cui membri contribuirono, in seguito, alla cura della disabilità e a combattere gli stereotipi legati ad essa, raccogliendo denaro per la ricerca, organizzando congressi, e favorendo la nascita di leggi specifiche per la tutela e i diritti dei disabili, che smisero di accettare di essere dei semplici oggetti di pietà.