La giornata delle donne in Sardegna

Tantissime iniziative nell’isola per non dimenticare le violenze e i soprusi subiti quotidianamente dalle donne. A Cagliari un corteo di femministe da piazza Garibaldi. Manifestazioni in diverse località della Sardegna

 

di Antonio Tore

 

Perché l’8 marzo? In Italia e altri Paesi si è fatto spesso riferimento a un presunto episodio avvenuto a New York l’8 marzo del 1911, quando nel rogo di una fabbrica di camicie persero la vita 134 donne. Sembra però che la fabbrica fosse inesistente e che un drammatico rogo avvenne effettivamente, ma in febbraio. In realtà, a seconda dei Paesi dove si è affermata questa tradizione cambiano la date, il luogo e il numero delle vittime.

La data, comunque, è entrata nella “tradizione”, con varie sfaccettature: dalle celebrazioni culturali ai cortei, ai ristoranti e pizzerie riempiti dalle donne (per un giorno senza gli uomini), ai pittoreschi locali in cui le donne assistono agli “spogliarelli” dei maschi, per una volta diventati “oggetti” a loro volta.

A Cagliari si è svolto un corteo, organizzato da Non Una Di Meno che è partito da piazza Garibaldi: in evidenza molti capelli grigi di donne, alcune reduci dalle battaglie femministe degli anni Settanta. Grande partecipazione da parte delle scuole, con i capelli delle ragazze, invece, colorati per l’occasione.

Non solo nel capoluogo si sono svolte manifestazioni per celebrare l’8 marzo.

Il Comune di Masullas ha deciso di celebrare la giornata intitolando una piazza a Joyce Lussu, moglie di Emilio.  Messa a dimora anche una pianta di ginepro, “scelta come emblema della figura di una donna che per tutta la sua esistenza ha lottato contro le intemperie della vita senza spezzarsi”, hanno detto il sindaco Mansueto Siuni e l’assessore Ennio Vacca.

“Un messaggio forte di un’amministrazione rivolto ai ragazzi, giovani, ma anche a tutta la popolazione verso la costruzione di una maggiore consapevolezza sociale, quella della parità dei diritti tra gli uomini e le donne”, hanno concluso Siuni e Vacca.

A Ozieri si svolge anche quest’anno l’appuntamento con il “Marzo delle Donne”, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura e dall’Istituzione San Michele. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, è previsto l’ingresso gratuito per tutte le donne ai musei cittadini, tra cui il Museo Archeologico “Alle Clarisse” alle Grotte di San Michele e Sant’Antioco di Bisarcio.

Il Museo nazionale archeologico ed etnografico di Sassari organizza un incontro con la tessitrice Arianna Pintus dal titolo “Frutto del telaio, il ruolo della tessitrice fra tradizione e avanguardia”.

Arianna Pintus illustrerà i suoi lavori realizzati con passione e dedizione nel laboratorio di Tratalias, chiamato “Sa domu de su linu” , la casa del lino. Per l’occasione la tessitrice consegnerà un arazzo realizzato esclusivamente per il museo Sanna di Sassari dal titolo “L’albero della vita e delle madri”, che verrà esposto nella sala etnografica.

Una mostra fotografica per celebrare le conquiste sociali, economiche e politiche ma anche per sensibilizzare rispetto alle discriminazioni e alle violenze cui sono soggette le donne in Italia e in tutto il mondo sono i volti e le storie delle donne più importanti di Gesico. L’iniziativa fa parte del progetto “La bellezza delle donne”, che prevede una serie di momenti di aggregazione, socializzazione e formazione al femminile.

Le celebrazioni dell’8 marzo non fanno dimenticare i casi di violenze e femminicidi avvenuti in questi ultimi anni. Grazie a molteplici campagne di informazione le statistiche mostrano un aumento delle denunce: ciò significa una maggiore consapevolezza nel ruolo delle donne. Non tutti i problemi, comunque, sono risolti perchè sono ancora troppe le donne che subiscono molestie e ricatti sessuali nella vita di tutti i giorni e che non hanno il coraggio di denunciare l’abuso subito.

Gli ultimi dati del report nazionale Istat pubblicato il 13 febbraio riguardano un campione di 50mila persone dai 14 anni in su intervistato negli anni 2015-2016: mentre a livello nazionale il fenomeno è in diminuzione, in Sardegna, invece, la percentuale di donne che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale è maggiore che nel resto dell’Italia: se la media nazionale è del 44% nell’Isola arriviamo a 51,5%.

Come interpretare questi dati? “Difficile commentare, dato che in un momento storico come questo, dove il lavoro è merce rara, compaiono dinamiche diversissime e contrastanti”, sottolinea Maria Tiziana Putzolu, da un anno consigliera di parità della Regione Sardegna ed esperta di diritto del lavoro e di statistica.

L’ufficio della consigliera di parità, a Cagliari si occupa, dal 2006, di tutelare lavoratrici e lavoratori dalle discriminazioni di genere e promuovere le pari opportunità.

 

 

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