Periodicamente i territori di Capoterra, Assemini e Uta, ma non solo,  vengono devastati dalle alluvioni e esondazioni. Sono eventi naturali imprevedibili oppure l’uomo ha fatto la sua parte?

Si ringrazia la ricercatrice Cinzia Arrais per l’immagine concessa.

Francesco D’Austria D’Este che fra il 1811 e il 1812 soggiornò in Sardegna e descrivendo il litorale della Playa indicò la presenza di circa 10 ponti che erano posti nei rispettivi sbocchi a mare della laguna di Santa Gilla e fra questi i principali che si incontravano da Cagliari verso Capoterra erano: Scafa, Pischeddera, Pontixeddu, Su Fundali, Cortilonga, Ponti Becciu, Ponti Nou, Maramura. Molti di questi ponti sono stati chiusi o rimossi.
I danni che periodicamente vengono arrecati dalle forti piogge che confluiscono nella laguna, a mio avviso, sono provocati proprio da questa circostanza.
Si prenda ad esempio Ponti Nou, posto fra Ponti Becciu e Maramura della SS 195, proprio quello che è stato danneggiato dall’ultima alluvione. Sotto questo ponte la laguna da tempo non incontrava più il mare perché con un brillante lavoro per consentire di realizzare il sentiero del percorso Life, di comunitaria memoria (che fra l’altro, avrebbe dovuto essere pedonale e che invece veniva costantemente utilizzato dalle autovetture, di pescatori di frodo o da escursionisti mandroni) si è pensato bene di interrompere il contatto fra l‘acqua della laguna e l’acqua di mare, alterandone gli equilibri e realizzando un precario canale di contenimento con acqua priva di ossigenazione, parallelo alla sulcitana
L’acqua ha memoria e quando se ne presenta l’opportunità si riprende quanto gli è stato tolto.
Ovvero se per millenni la natura traccia dei percorsi in ingresso, dai fiumi e in uscita, verso il mare, delle acque lagunari e noi ci ostiniamo a ridurre la superficie e lo spazio fisico di queste lagune e per di più blindiamo degli sbocchi a mare cosa pensate possa accadere quando piove più del solito…Naturalmente l’acqua cerca degli sbocchi e in questa sua naturale, ma per noi devastante, ricerca passa sopra tutto e tutti, distruggendo ciò che l’uomo spesso ha negligentemente realizzato, infischiandosene delle più elementari regole di buon senso.
Ne sono esempio le lottizzazioni e colate di cemento, le forzate bonifiche, l’alterazione di greti e alvei, lo sbarramento di sbocchi, la forzata industrializzazione in aree sensibili, l’asportazione di pietrame e sabbia e tante altre cose.
Il territorio di Capoterra, di Assemini e Uta sono i più colpiti da questi periodici fenomeni. Perché?
Secondo voi aver rattoppato la 195 potrà darci fiducia in un futuro migliore?
Averlo fatto per me era il minimo che si dovesse fare ma non facciamoci trascinare dal contingente e rimuovere il reale stato delle cose e non pensare a questo problema. Problema che poi, dal mio punto di vista, …è la vera causa dei nostri mali.