Una piccola Storia – Cagliari: tanti anni fa nascono i club, vere discoteche casarecce

Ogni socio adolescente ha le sue  mansioni, chi si occupa delle luci, chi fa il Dj, chi sta al bar e chi è addetto alla sicurezza o all’acquisto dei dischi e alle pubbliche relazioni anticipando l’odierno Pr

di Sergio Atzeni

Cagliari a metà degli anni ’60 è una città che ormai è rinata dopo le distruzioni della guerra anche se tanti sono i problemi ancora da risolvere.
Favoriti soprattutto dal boom economico di quegli anni i cagliaritani compiono dei notevoli progressi nonostante tanti siano ancora disoccupati e altri vivano ai margini della povertà.

In questa situazione i giovani di allora non hanno certo tante possibilità di divertimento se si eccettua la solita andata al cinema o le feste danzanti nei terrazzi in varie occasioni dove i protagonisti sono il giradischi e i dischi 45 giri in resina.

In quegli anni dalla penisola arriva l’eco delle aperture di tante discoteche tra le quali il Piper di Roma che fa pensare a qualche giovane cagliaritano che le feste sui terrazzi potessero essere sostituite da altrettante organizzati in localini presi in affitto.
Così, facendo la colletta tra amici per pagare il fitto, nascono i famosi club degli anni ’60 a Cagliari, vere discoteche “caserecce” dove tutto è fabbricato in casa per risparmiare, dagli impianti luce, al sistema audio, dal bar alle ambientazioni.

In breve tempo i club che aprono i battenti in città sono numerosi, i più famosi che ancora in tanti ricordano sono il Tahiti di via San Lucifero, lo Stereo, l’Hepening di via Tempio, Il Carnaby, Il Covo, la Grotta insieme a tanti altri.
Questi club diventano i luoghi dove una generazione di cagliaritani si incontra, il luogo dove si va nei giorni di “vela” a scuola e naturalmente dove si balla e nascono gli amori.
Quei locali presi in affitto, spesso intestati a un fratello maggiorenne, sono anche il primo banco di prova di quello che sarà poi la vita, per non chiudere i battenti il bilancio infatti deve quadrare e tutti i soci si danno da fare per mandare avanti quella che è in effetti diventata una impresa economica.

Ognuno ha le sue mansioni, chi si occupa delle luci, chi fa il Dj, chi sta al bar e chi è addetto alla sicurezza o all’acquisto dei dischi e alle pubbliche relazioni anticipando l’odierno Pr.
Per anni i club cagliaritani rimangono in auge e si fanno la concorrenza tra loro per attirare sempre più “clienti” in un periodo dove non circola ancora la droga e l’unico scopo è quello di incontrarsi, socializzare e trovare l’anima gemella.

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