Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Baradili

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Il Comune di Baradili, in provincia di Oristano tra Baressa, Gesturi e Turri,  è noto per essere il paese meno popolato della Sardegna (secondo i dati Istat all’1 gennaio 2015 c’erano 84 abitanti). Ma  è anche  uno dei meno abitati  d’Italia  e si distingue per   l’aspetto di un vecchio borgo medievale con case e selciato in pietra.

Raggiunse il suo picco massimo nel 1951 con 210 abitanti, per discendere gradualmente. Nel 1927 fu aggregato a Baressa, ma successivamente riacquistò la propria autonomia. Dopo varie vicissitudini, e, con la caduta del fascismo gli abitanti lottarono per riacquistare il proprio diritto alla autonomia arrivando a disertare le elezioni finché riacquistarono l’autonomia il 2 marzo 1958, con un referendum popolare.

 Il territorio fu sicuramente abitato nel periodo nuragico, dimostrato dalla presenza di vari nuraghi, tra cui spicca “Nuraxi Candeu” comunicante visivamente con il villaggio di Barumini.  Anche Baradili nuragica seguì la stessa sorte del resto della Sardegna e fu dapprima conquistata dai cartaginesi e in seguito dai romani, come dimostrano le tracce trovate in varie zone del territorio, dove furono rinvenute alcune tombe di epoca romana contenenti anforette e lucerne fittili.

Il primo documento scritto  in cui compare il nome è del 1342, anno in cui viene citato “Baratuli”, è “Rationes decimarum Italiae Sardiniae”.

Nell’archivio storico del comune di Cagliari è conservata una pergamena nella quale sono riportati tutti i nomi dei paesi sardi e dei loro rappresentanti, i quali, secondo il volere di Eleonora d’Arborea, firmarono il 24 gennaio 1388, la pace con gli Aragonesi. Il “majore” e sei “juratis” di Baradili sottoscrissero il documento alla presenza del curatore della Marmilla, Augustinus Ferrali in questo modo:

Dopo la Battaglia di Sanluri tra il Regno di Sardegna e gli aragonesi, caduto il Giudicato di Arborea, Baradili  entrò a far parte del Regno di Sardegna. All’epoca non contava più di 50 abitanti. Dopo alterne vicende Baradili e la Marmilla furono acquistati all’asta da Pietro Besalù, uno dei generi del Conte di Quirra e, nel 1477 Baradili entrò a far parte del grande feudo di Quirra. Ogni anno, tra il 13 e il 19 luglio si svolge la sagra del raviolo, mentre il 20 è la ricorrenza  di santa Margherita di Antiochia, patrona del paese.

La sagra prende spunto da una leggenda secondo la quale un 13 luglio alcuni  contadini, trovarono la statuina di Santa Margherita mentre aravano. I contadini portarono la statuina al parroco che era già seduto a tavola davanti a un piatto contenente tre ravioli. La voce del ritrovamento si sparse per il paese facendo accorrere tutta la popolazione, e quel pranzo semplice si trasformò in un vero e proprio banchetto. I ravioli sembravano non finire mai: bastarono per il parroco, per i tre giovani, e per tutte le persone del paese che accorsero per rendere omaggio alla statua della loro patrona. Da quel momento si festeggiò Santa Mragarida Agattada (Santa Margherita ritrovata) o de is cruguxionis (dei ravioli).

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