Rubrica – La Sardegna dei Comuni – Sadali

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Sadali è un pittoresco borgo medievale del Sud Sardegna che conta poco meno di 1.000 abitanti e confina a nord con il comune di Seulo, a ovest con Villanovatulo, a est con Seui e sud con Esterzili e Nurri.

Si trova a oltre 700 metri d’altitudine su un altopiano calcareo (su Taccu), che spalanca le porte della Barbagia di Seulo e lascia alle spalle il Sarcidano.  Attraversato dal Flumendosa, è ricco di boschi di lecci, sughere e macchia mediterranea è stato abitato dall’età nuragica: vicino al borgo c’è il nuraghe Accodulazzo, dove sono stati rinvenuti pezzi di ossidiana e cocci preistorici, nonché frammenti di ceramica di età romana.

Su Taccu è un serbatoio di falde che alimentano una miriade di sorgenti, torrenti e cascate, tra cui su Stampu de su Turrunu, al confine fra Seulo e Sadali. È il risultato di un triplice fenomeno carsico: inghiottitoio, grotta e risorgiva con cascata e laghetto. L’itinerario per raggiungerlo passa per le vicine grotte Is Janas, dimora, secondo leggenda, di tre fate. Avvolte da un alone di mistero, le cavità si estendono per 300 metri visitabili: un tesoro naturale rimasto fermo nel tempo con sei ambienti fatti di imponenti stalagmiti e stalattiti che si uniscono in colonne, colate color ocra e drappeggi marmorei.

Sadali è anche l’unico caso in Sardegna di una rapida all’interno del centro abitato: è la cascata di san Valentino, formata da sorgenti perenni, che deve il nome alla vicina antica chiesa parrocchiale di San Valentino, attorno alla quale, prima del 1335, è sorto il borgo.

Si può notare la forza dell’acqua che scorre lungo un costone verde e sfocia in un baratro sotterraneo, sa bucca manna (la grande bocca), dotata di un sentiero per la visita. In età feudale la forza dell’acqua azionava i mulini del paese. A poche decine di metri dalla cascata, se ne può, infatti, ammirare uno del XVII secolo, che conserva gli antichi strumenti di lavoro.

La chiesa, unico santuario sardo intitolato a Valentino, martire romano del III secolo, è di origine tardo bizantina e ospita un seicentesco altare ligneo. Le altre chiese sadalesi sono sant’Antonio, in onore del quale si accendono i fuochi a metà gennaio, santa Maria (XV-XVI secolo) e sant’Elena imperatrice.

Al centro del paese c’è la casa museo sa Omu ‘e zia Cramella, di fine Ottocento. In quattro sale si possono vedere arredi e strumenti artigianali e agricoli.

La festa religiosa più sentita è in onore della Madonna d’Itria, con solenne processione sino alla chiesa campestre a lei intitolata.

Inoltre nel territorio sono presenti numerose testimonianze archeologiche della cultura del neolitico superiore della civiltà nuragica fino alle testimonianze della civiltà punica e romana.

Nel fondovalle scorre il rio de Sadali che poi si trasforma nel rio Noluttu, entrambi alimentati dalle numerosi sorgenti presenti nel territorio. Il rio Noluttu si immette nel lago Basso del Flumendosa.

Dopo il periodo prenuragico e nuragico, il territorio di Sadali registra la successiva presenza della civiltà romana. Nel medioevo fece parte fino al 1258 del giudicato di Cagliari e poi del giudicato di Gallura per passare, in seguito, sotto il diretto controllo della repubblica di Pisa. Fu conquistata dagli aragonesi nel 1324 e, fino al XIX secolo, fu affidata a diverse famiglie di feudatari tra cui i Carroz.  Nel 1479 il territorio fu incluso nel dominio spagnolo, che durò quasi 400 anni.

Il paese ha un importante sagra che si svolge ogni prima settimana di agosto e che riguarda uno dei suoi piatti tipici ovvero i Culurgionis. Si tratta di una pasta fatta in casa, una sorta di agnolotto con ripieno di patate, mentuccia, cas’e vita, pecorino. La sagra dei Culurgionis di Sadali celebra l’annata agraria, ma anche l’estate. Ogni anno la sagra dei Culurgionis si propone con un programma sempre più ricco con due momenti di degustazione, non solo della pasta, e con balli e musiche tipiche della Sardegna.

Un’altra sagra che si svolge nel mese di agosto a Sadali viene chiamata “sa corda manna” ed è dedicata ad un piatto tipico della cucina agropastorale sarda. Nel parco del Comune di Sadali ci si ritrova per preparare questa specialità a base di interiora di agnello e capretto. L’evento prevede anche manifestazioni folkloristiche e spettacoli

Una manifestazione, non ancora confermata per il 2018, si chiama “S’incungia”. Incungiare, in sardo significa mettere da parte, ma anche nascondere in un luogo sicuro, conservare bene. Dopo la mietitura infatti avviene l’incungia ed in molti paesi della Sardegna ancora questa tradizione viene rivissuta.

S’Incungia a Sadali è un vero e proprio festival dedicato alla cultura contadina che propone una riflessione su alcuni temi importanti come: biodiversità, tutela del patrimonio agricolo, salvaguardia del territorio, recupero del patrimonio abitativo, sviluppo ecosostenibile, globalizzazione delle merci e delle culture, medicina popolare sarda; temi che in qualche modo gravitano attorno all’agricoltura.

All’interno di queste tematiche, nelle passate edizioni, la tre giorni è stata alimentata anche da musica, convegni, teatro, pranzi bio-diversi, cori tradizionali sardi, maschere tradizionali.

Un’occasione unica inoltre per un week end benessere nel vero senso della parola in un paese quasi magico. Il paese dell’acqua per le sue numerosi fonti naturali all’interno del paese è un raro esempio di “de crescita felice”.

Il paese sembra infatti essersi fermato nel tempo con le case in pietra, il mulino ad acqua, gli antichi nomi delle vie in sardo, le case botteghe ospitali ed aperte. Attorno oltre al bosco di lecci e querce, valli naturali che sono diventate orti preziosi i cui frutti durante la festa potranno essere gustati.

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