Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Vallermosa

Ogni settimana racconteremo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Vallermosa, 1922 abitanti,  provincia del Sud Sardegna,  70 metri  di altitudine, confina con  Decimoputzu, Iglesias, Siliqua, Villacidro, Villasor, Domusnovas e si trova a ridosso  dei monti Linas e Cuccurdoni Mannu.

La sua fondazione si può far risalire ad un periodo tra il 1635 e il 1650, quando il marchese di Villasor, Blasco de Alagòn,  organizzò un massiccio trasferimento di famiglie per coltivare le terre dei paesi spopolati di Pau Josso e  Pau de Vignas.

Il territorio, tuttavia, era frequentato già precedentemente da romani e punici, come attestato  dalla presenza dei ruderi del tempio punico siti in località Matzanni e delle terme romane del III-IV secolo d.C., presso la chiesa campestre di Santa Maria. Nel sito di Matzanni sono presenti, oltre il tempio e  tre pozzi sacri,  anche i resti di 13 capanne e di una lunga struttura muraria. Tra i reperti rinvenuti nell’area, è di particolare pregio un bronzetto denominato “Barbetta”, esposto come gli altri nel Museo Archeologico di Cagliari. A pochi chilometri dal centro abitato, sorge il nuraghe “Su Casteddu de Fanaris”, su una elevata collina da cui è possibile ammirare uno scenario paesaggistico di grande suggestione.

Situato in una valle alluvionale ai margini del Monte Linas (1236 metri di altezza) e ai piedi del monte Cuccurdoni Mannu, alto 910 metri è confinante con i paesi di Villacidro, Iglesias, Decimoputzu, Villasor e Siliqua ed è circondato da grandi colline ricche di vegetazione. Fu meta di diversi nuclei familiari provenienti dal nuorese che nell’inverno, da loro molto rigido, praticavano la transumanza. Queste persone s’integrarono perfettamente con la popolazione vallermosese, e la maggior parte di loro vi si instaurarono per tutto l’anno, senza però abbandonare le loro usanze, i loro costumi e le loro tradizioni.

Le origini e la storia di Vallermosa s’inquadrano perfettamente nelle vicende dell’isola fin dal dominio spagnolo, in particolare dal feudalesimo sardo, al marchesato di Villasor, e successivamente al governo piemontese. Il nome viene, infatti, dallo spagnolo valle hermosa, cioè “valle graziosa”. A circa 5 chilometri dall’abitato sorge il parco naturale di “Gutturu Mannu”, che significa “grande gola”, dove è possibile avvistare numerose specie animali in via di estinzione. Qui, peraltro, sono dislocate aree di sosta preposte all’accoglienza dei visitatori: spazi per pic-nic, tavoli, posti a sedere e barbecue.

In occasione delle feste popolari a Vallermosa si crea un tripudio di colori e ritmi musicali, con i suoni della tradizione sarda, balli tradizionali e sfilate in costumi antichi. Una delle feste particolari si svolge nel mese di agosto ed è la sagra de “Sa Pira Camusina”. Il 20 e il 21 maggio si celebra la festa di San Lucifero, mentre  il 7, l’8 e il 9 settembre si svolge la festa di Santa Maria: il terzo giorno il simulacro della Santa viene trasportato in processione dalla parrocchiale di San Lucifero alla chiesetta campestre di Santa Maria, con una scenografica e intensa fiaccolata.

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