Rubrica: ”Una Strada, un Personaggio, una Storia” Cagliari,  via La Marmora

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia  della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

 di Annalisa Pirastu

 Via Lamarmora, la strada principale del quartiere Castello, è dedicata al generale, grande studioso e naturalista Alberto Ferrero Della Marmora torinese di nascita ma sardo d’adozione.

Nacque a Torino il 27 aprile del 1789 da una famiglia dell’aristocrazia biellese, quando il Piemonte fu incorporato nella Francia napoleonica, entrò nella scuola militare di fanteria di Fontainebleau ottenendo nel 1807 il grado di sottotenente. Partecipò a varie campagne dell’esercito francese tra le quali quella d’Austria e si guadagnò una medaglia sul campo nella battaglia di Bautzen. Con la caduta di Napoleone ed il ritorno dei Savoia in Piemonte, Vittorio Emanuele I lo integrò nell’esercito con il grado di capitano dei granatieri. Dopo una traversata avventurosa di 12 giorni giunse per la prima volta a Cagliari nel febbraio del 1819 attirato dalla caccia e dagli studi di ornitologia.

Nel 1821, sospettato di partecipazione ai moti liberali, fu “invitato” a mettersi in disparte e raggiungere al più presto la Sardegna. Giunse a Cagliari per la seconda volta nel 1822 e, nonostante il forzato esilio, si sentì a casa propria tanto era innamorato della città. Nel 1825 fu richiamato in servizio con l’incarico di addetto allo Stato Maggiore del viceré ed ebbe così modo di approfondire gli studi iniziati nel 1819.
Fin dal 1826 lavorò sulla carta geografica della Sardegna che gli diede grande notorietà ma si dedicò anche alla catalogazione di nuraghi e altri monumenti archeologici sparsi nell’isola.
Divenne generale nel 1840 e tornò ripetutamente in Sardegna fino al 1857 vivendoci per 13 anni.
Nel 1826 pubblicò in lingua francese a Parigi il suo primo grande lavoro “Voyage en Sardaigne” che conteneva le sue osservazioni, le statistiche, le ricerche sulla natura e sul patrimonio archeologico della Sardegna. Come quarta parte di questo poderoso lavoro fu aggiunto nel 1860 “L’Itineraire de l’ile de Sardaigne”, tradotto dal suo amico personale canonico Giovanni Spano che incontrò subito il favore del pubblico.

Alberto Della Marmora fu anche l’artefice del salvataggio della Grotta della Vipera, già minata e pronta a saltare e della misurazione del punto più alto del Gennargentu che porta il suo nome. Fu consapevole dell’abbandono totale in cui versava la Sardegna tanto che diffuse il famoso aneddoto del sindaco di un paese dell’interno che, intorno al 1850, contestando un provvedimento del governo, non essendo a conoscenza che in Sardegna regnavano i Savoia, minacciò di scrivere una lettera di protesta al re, a Madrid. Nel 1849 Della Marmora fu nominato commissario straordinario della Sardegna con pieni poteri e il 17 agosto 1851, andò in pensione e si dedicò solo all’attività parlamentare come senatore del regno, continuando gli studi con la Sardegna sempre al centro delle sue attenzioni. Il suo modo di vivere, gli stenti nei lunghi viaggi nell’isola, i pernottamenti disagiati e spesso all’aperto, gli causarono dolori e acciacchi che minarono il suo fisico portandolo alla morte il 18 maggio del 1863.

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