Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Sigmund Freud

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

Via Freud è una traversa di via dei Salinieri.

Sigmund Freud, nasce a Freiburg, Austria, il  6 maggio 1856. E’ stato un neurologo, psicoanalista e filosofo e viene unanimemente considerato il fondatore della psicoanalisi.

Freud elaborò una teoria scientifica e filosofica secondo la quale l’inconscio esercita influssi determinanti sul pensiero, sul comportamento umano e sull’interazione tra individui.

Nella psicoanalisi Freudiana, l’impulso sessuale infantile e le sue relazioni con il rimosso, sono alla base dei processi interpretativi. Molti dissensi rispetto alle teorie di Freud, nascono dalla contestazione del ruolo, considerato eccessivo, che Freud attribuì alla sessualità.

Ai suoi esordi professionali Freud sperimentò l’ipnosi nei pazienti psichiatrici, influenzato dagli studi di  Breuer sull’isteria, ritenuta una simulazione, in particolare si interessò al caso di Anna O. Dalle difficoltà incontrate da Breuer, Freud dedusse i principi basilari della psicoanalisi: la resistenza e il transfert.

Freud operava mediante l’analisi di associazioni libere, lapsus, atti involontari e mancati, l’interpretazione dei sogni, e le pulsioni come il complesso di Edipo,  lo sviluppo psicosessuale e  l’inconscio.

Le teorie di Freud sono ancora oggi dibattute in ambito medico-scientifico, accademico, letterario, filosofico e culturale. Inoltre molti hanno messo in discussione l’efficacia terapeutica della psicoanalisi. Lo stesso Freud era consapevole dei suoi limiti, affermando che la psicoanalisi sarebbe stata superata da altre teorie più evolute.

A 21 anni, Sigismund abbreviò il suo nome in Sigmund. Benchè non avesse ricevuto un’educazione tradizionalista, Freud si appassionò alle scritture ebraiche e alla Bibbia, anche se divenne presto ateo e avversò tutte le religioni.Freud era figlio di Jacob e della sua terza moglie Amalia Nathanson.  Il padre, Galiziano di religione ebraica, commerciante di lana, si stabilì a Vienna nel 1860, a causa degli sconvolgimenti politico-economici.

Nel 1873 Sigmund si iscrisse alla facoltà di Medicina a Vienna. Durante il corso  maturò una crescente avversione per i docenti che non stimava. Questo suo senso critico ritardò l’ottenimento della  laurea.

Dopo la laurea lavorò nel laboratorio di zoologia diretto da Claus a Vienna e qui  venne a contatto con il Darwinismo. Passati  due anni cambiò lavoro e conobbe Brucke, nell’Istituto di fisiologia dove condusse importanti ricerche in neuro-istologia. Lasciò l’istituto dopo sei anni, malgrado la certezza di una carriera nel settore.

Freud si dedicò alla pratica clinica, lavorando con pazienti neurologici. Nel 1884 cominciò gli studi sulla cocaina, allora sconosciuta. Poiché i nativi americani la usavano come analgesico, la sperimentò su sè stesso, notandone gli effetti stimolanti e privi, secondo lui, di effetti collaterali. La utilizzò per curare l’ amico Fleisch, divenuto morfinomane in seguito ad una terapia del dolore.

Fleisch ebbe episodi paranoidei, allucinazioni deliri e una forte dipendenza che costituì una macchia nella carriera di Freud. Freud documentò il suo intervento nel saggio: “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina”. All’uscita del libro Freud smise di fare uso di cocaina e di prescriverla.

Nel 1885  Freud ottenne la libera docenza e divenne professore ordinario. In quell’anno distrusse i suoi documenti personali, decisione che ripeté nel 1907. Da allora Ernst Jones, suo biografo, li conservò negli “Archivi Sigmund Freud”.

Sempre nel 1885 Freud si recò a Parigi dove Charcot operava sull’isteria. Rientrato a Vienna Freud applicò l’ipnosi di Charcot con scarsi risultati, attirandosi le critiche del mondo accademico.

Nel 1886 Freud si sposò con Martha Bernays dopo vari rinvii, per difficoltà, secondo Freud, insuperabili. L’anno  dopo nacque, Mathilde, seguita da cinque figli, di cui l’ultima, Anna,  diventerà un’importante psicoanalista.

Nello stesso anno Freud iniziò l’attività privata con il suo studio a Vienna utilizzando le tecniche in uso: cure termali, elettroterapia, idroterapia e magnetoterapia. Continuò con l’ipnosi recandosi a Nancy per migliorarla, ma non ottenne i risultati che si aspettava. Nel 1897 entrò nella Loggia Massonica dei Figli dell’Alleanza, un’associazione ebraica di Vienna.

Le teorie sulla psicoanalisi avevano poca eco e considerazione nella scuola di Medicina dell’epoca ma Freud perseverò nella sua strada usando anche Il metodo di Breuer che venne definito catartico.

Si usa datare la nascita della psicoanalisi, con la prima interpretazione di un sogno di Freud da lui documentata, avvenuto nella notte del 23 luglio 1895, denominato “il sogno dell’iniezione di Irma”. L’analisi dei sogni segna l’abbandono del metodo ipnotico da parte di Freud.

Altri legano la nascita della psicoanalisi alla prima volta in cui Freud usò il termine, nel 1896, quando scrisse due articoli nei quali parlò di “psicoanalisi” per descrivere il suo metodo di ricerca, cioè il trattamento terapeutico per individuare processi mentali altrimenti inaccessibili e la terapia che, grazie all’indagine psicoanalitica, cura le nevrosi.

Il discorso freudiano negli ambienti scientifici e non, era tacciato di “delirio”, di ossessione per il sesso e di rovina della società.

Freud rimase sulle sue convinzioni e anni dopo anzi accusò Jung di codardia, invitandolo a non utilizzare il termine ‘psicoanalisi’, per deduzioni basate su una teoria della libido desessualizzata. Jung userà il termine “psicologia analitica” per parlare delle proprie pratiche.

Si è analizzato l’importante rapporto tra  Jung e Freud, riconoscendo in esso una sorta di complesso di Edipo di Jung, contro il padre “professionale”.

Nel 1910 il Congresso di Norimberga istituì un’organizzazione internazionale per coordinare le associazioni psicoanalitiche, dando loro un posto importante nella Medicina. Con medici e psicoanalisti, che costituivano l’avanguardia del nuovo movimento di pensiero del novecento, Freud intessè una costante corrispondenza, per garantire coerenza e futuro  al movimento.

Nel 1910 Freud scrisse la prima biografia psicoanalitica Un ricordo infantile di Leonardo da Vinci,” la sola cosa piacevole che io abbia mai scritto “ come affermò.

Nel 1912 Jung pubblicò Trasformazioni e simboli della libido, dove erano evidenti i disaccordi teorici con Freud. Centrale era il modo di concepire la libido. Il  motore primo risiedeva per Freud nella pulsionalità sessuale, Jung invece estendeva il concetto di libido sino a includere anche altri aspetti pulsionali.

Freud inoltre accusò Jung di averlo plagiato, trasformando per esempio l’Es Freudiano,  in “ombra” e gli contestava l’eccessivo peso dato al paranormale  e alle religioni. Nel 1914 si ebbe la rottura ufficiale  tra le due impostazioni analitiche. Freud continuava a pagare con l’isolamento e l’ostracismo del mondo accademico, le sue idee all’avanguardia.

Al settantesimo compleanno di Freud giunsero felicitazioni da ogni parte del mondo, tra cui quelle di  Einstein che  in seguito affermò che non era convinto dalle opere di Freud, e che riteneva i suoi metodi dubbi, se non fraudolenti.

Nel 1933  venne pubblicata una discussione con Einstein sul tema: “Perché la guerra?”. Freud, al contrario di Einstein, affermò l’impossibilità della fine delle guerre, perché l’aggressività è imprescindibile nell’uomo.

Sia Einstein che Freud non supportarono il sionismo e avevano delle riserve sulla creazione di uno Stato Ebraico in Palestina. Pur non credendo nell’ebraismo però si sentivano ebrei. Nella Vienna di quel periodo le forti componenti antisemite erano un ostacolo che tuttavia non  limitarono la libertà di pensiero di Freud.

Quando nel 1933 Hitler  prese il potere in Germania, le origini ebraiche di Freud costituirono un problema. Entrò nella lista di autori le cui opere dovevano essere distrutte. Nel 1938 l’Austria viene annessa al Terzo Reich. La figlia Anna fu arrestata brevemente dalla Gestapo e i nazisti cominciarono a vessare Freud, che spesso dette loro del denaro per cacciarli da casa, dove facevano irruzione. Presto però la situazione diverrà insostenibile.

Jung tentò, alla guida dell’Associazione psicoanalitica, dopo che essa aveva escluso gli ebrei per ordine dei nazisti, di proteggere Freud e gli psicoanalisti israeliti, dalla persecuzione antisemita. Manderà  a Freud del denaro che egli rifiuterà sdegnosamente, in quanto considerava l’ex allievo un antisemita. La frattura fra i due non si comporrà mai.

A Freud venne data la possibilità di compilare una lista di persone da salvare dalle leggi razziali. I nazisti acconsentirono alla sua emigrazione previo pagamento di due tasse. Nella lista Freud incluse sua moglie, i figli e i nipoti, le domestiche e il suo medico personale con la famiglia. Freud partì da Vienna insieme a diciassette persone.

Freud non intendeva abbandonare le sorelle ma fu costretto a lasciarle dalla fretta con cui scappò dalla capitale, sperando di farle partire più tardi. Come tutti gli ebrei dell’epoca, pensava che i nazisti non avrebbero deportato donne anziane. Le sorelle di Freud non riusciranno più a lasciare Vienna, e quattro moriranno nei campi di sterminio.

Freud, privato della cittadinanza austriaca e divenuto apolide, in pessime condizioni di salute, partirà per Londra come rifugiato politico.

Freud si era ammalato di carcinoma della bocca negli ultimi anni viennesi. Subì due operazioni al palato, dovute al fumo e negli anni successivi ebbe un epitelioma del cavo orale e in seguito metastasi  ossee, con le quale convisse per 16 anni. Freud continuò a fumare sigari per la maggior parte della sua vita, anche fino a venti al giorno.

Nonostante le cure e 32 operazioni, dovette subire  l’asportazione della mascella che lo costringerà ad effettuare molte sedute quasi in silenzio, ascoltando i pazienti. Anche in seguito all’asportazione della mascella Freud continuerà a fumare.

Nel 1930 venne dichiarato inoperabile. Alla morte della madre 95enne, Freud, già malato di tumore aveva scritto di poter morire, poiché era ossessionato dall’idea di comunicare alla madre la sua morte.

Il 21 settembre 1939 Freud, fra atroci sofferenze, invitò il medico a decidere il da farsi con la figlia  Anna, che decise di aumentare gli oppiacei per aiutarlo nella transizione. Morì due giorni dopo, senza risvegliarsi dal sonno che la morfina gli aveva provocato.

Freud muore a Londra il 23 settembre 1939. Il corpo venne cremato e le ceneri messe in un antico vaso greco e tumulate in un cimitero londinese.

Per la sua formazione medica Freud ha dichiarato che i suoi metodi e conclusioni di ricerca erano “scientifici”. Tuttavia, la sua ricerca e la sua pratica sono considerate controverse da diversi studiosi.

Altri autori pur rifiutando il modello proposto da Freud, adottarono alcuni elementi del suo metodo, specialmente nel privilegiare il colloquio col paziente come parte dell’intervento terapeutico.

Solo alla fine degli anni 1980, le speculazioni neurologiche di Freud sono state confermate dalle ricerche di neuropsichiatria più avanzate. La sua influenza è paragonabile a quella  di pochi altri come Marx, Nietzsche e Darwin.

 

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