Sardegna, lavoro: via ai tirocini per 6 mila disoccupati

L’obiettivo è quello di favorire la nascita del maggior numero possibile di rapporti di lavoro. L’avviso, pubblicato a cura dell’Aspal, prevede due tipologie di destinatari. Domande a partire da 1 luglio prossimo

 redazione

 Un vasto Piano di tirocini destinati ai disoccupati sardi sorretto da una cospicua dotazione finanziaria: uscirà nei prossimi giorni il nuovo Avviso pubblico destinato a seimila beneficiari, con l’obiettivo di favorire la nascita del maggior numero possibile di rapporti di lavoro. L’avviso, pubblicato a cura dell’Aspal, prevede due tipologie di destinatari. La linea A, la più vasta, è parte del Programma Garanzia Giovani (misura 5A) ed è destinata a giovani Neet (ragazzi che non lavorano e non studiano) di età compresa tra i 18 e i 29 anni. La linea B, che attinge a risorse del Fondo Sociale Europeo, è invece rivolta a disoccupati dai 30 anni in su.

Ciascun tirocinio avrà la durata di 6 mesi, con un impegno di 30 ore settimanali. Al tirocinante verrà riconosciuta un’indennità mensile lorda di 450 euro, 300 dei quali a carico del cofinanziamento pubblico e 150 a carico del soggetto ospitante. Le domande, tanto per i disoccupati che per le imprese, potranno essere presentate a partire dal prossimo 1 luglio. Le risorse economiche, al momento di oltre 15 milioni di euro, saranno ulteriormente implementate nelle prossime settimane, grazie a fondi recuperati dall’Assessorato, per arrivare a circa venti milioni.

“Sappiamo bene che si tratta di una misura molto attesa, con il precedente ciclo di tirocini di Garanzia Giovani abbiamo avuto un gran numero di richieste, tanto dai ragazzi quanto dalle imprese”, spiega l’assessora del Lavoro Virginia Mura. “Per questo avviso siamo riusciti a reperire fondi ingenti dal Ministero per dare risposta a tanti ragazzi sardi iscritti a Garanzia Giovani, mentre con le risorse recuperate dal Fondo Sociale Europeo riusciamo a includere anche gli over 30 in questo percorso, che ci auguriamo possa davvero essere la porta d’accesso al mondo del lavoro. Vogliamo che vengano attivati tirocini di qualità – conclude la titolare del Lavoro – quelli cioè che assicurano la più alta percentuale di trasformazione in posti di lavoro”.

“Il tirocinio si riconferma, sia a livello nazionale che regionale, la prima vera politica attiva del lavoro, da un lato per la percentuale di riuscita, dall’altro perché si tratta dell’inizio di un percorso di vera attivazione al lavoro”, aggiunge il direttore dell’Aspal Massimo Temussi. “Nei confronti di questo strumento si riconferma un elevato appeal delle imprese, noi saremo tempestivi e cercheremo di venire incontro alle richieste e alle esigenze dei soggetti imprenditoriali che intendono utilizzare questi strumenti. Fondamentale – conclude Temussi – sarà in questo senso il ruolo dei Centri per l’impiego, non solo per quanto riguarda la parte amministrativa, ma anche perché avranno il compito di valutare i progetti e fare in modo che siano coerenti e sviluppino la loro efficacia, tutto questo per evitare le storture che qualche volta in passato sono state riscontrate sia sul fronte dei tirocinanti che delle imprese”.

I tirocini come strumento d’incontro tra domande e offerta di lavoro. Guardati spesso con sospetto dalle organizzazioni sindacali come potenziali ‘forme di sfruttamento’ mascherato, e oggetto anche di uno specifico richiamo dell’Unione Europea (in riferimento a Garanzia Giovani) per l’utilizzo distorto che in passato si è talvolta verificato, i tirocini, quando sono utilizzati correttamente, si rivelano un formidabile strumento per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre che per il completamento delle competenze professionali del lavoratore. I dati recentemente elaborati da Accenture Analytics, diffusi dalla Regione, in riferimento al programma Garanzia Giovani, sono particolarmente espliciti: quando i tirocini sono costruiti correttamente assicurano buone possibilità di generare un rapporto di lavoro. Non solo: quando il rapporto di lavoro nasce tra soggetto ospitante e tirocinante, l’occupazione generata è duratura e di qualità.

Correttivi alle potenziali distorsioni. Proprio per questo nell’Avviso sono contenute una serie di disposizioni che mirano alla costruzione di ‘tirocini di qualità’. Anzitutto, attraverso il cofinanziamento richiesto al soggetto ospitante, si punta a responsabilizzare le imprese che intendono attivare la misura. Sono inoltre previsti, in conformità alle Linee guida nazionali, limiti nel numero di tirocinanti per impresa, connessi al numero di dipendenti: un tirocinio nelle imprese fino a cinque addetti, due in quelle fino a venti dipendenti, massimo il 10% del numero dei dipendenti, per quelle con più di 21 lavoratori. Il ‘matching’ tra tirocinante e impresa sarà gestito direttamente dall’Aspal, attraverso la rete dei Centri per l’Impiego: anche questa mediazione qualificata garantirà contro l’abuso di pratiche scorrette, assicurando invece l’incontro più virtuoso tra il profilo del disoccupato e le esigenze produttive del soggetto ospitante.

Il coinvolgimento del Ministero. Nei prossimi giorni, inoltre, l’assessora Mura firmerà con le sedi territoriali dell’Ispettorato del Lavoro un formale Protocollo d’intesa attraverso il quale i funzionari del Ministero, oltre alla normale attività ispettiva nei casi di violazioni gravi, assicureranno anche una sorta di ‘accompagnamento’ all’utilizzo corretto del tirocinio, attività preziosa soprattutto per le tante micro e piccole imprese che potranno più serenamente accedere a questo tipo di strumento, con meno timori di incorrere in infrazioni.

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