Sardegna: tante lacune nella  nuova legge sul turismo

Recentemente è stata approvata una legge  in Consiglio Regionale che dovrebbe essere il testo base: vi sono buone indicazioni ma molti problemi non vengono risolti e presenta serie lacune. Innanzitutto non precisa abbastanza il ruolo dell’attività stessa e dell’Assessore competente

 di Gianfranco Leccis

Nei giorni scorsi si è esultato per il grande successo del turismo di Ferragosto, anche se fare il pienone in quel periodo non è poi un risultato straordinario: bisogna vedere come andrà in tutto l’anno, se c’è stato almeno un inizio dell’auspicato aumento del periodo di lavoro.

Il turismo è molto importante per la Sardegna, da considerare col massimo impegno e serietà, senza demagogia e speculazione, è la maggiore possibilità di apportare sviluppo – insieme ad un’agricoltura moderna e redditizia – e non si deve limitare solo al momento estivo-balneare.

Recentemente è stata approvata una legge che dovrebbe essere il testo base: vi sono buone indicazioni ma molti problemi non vengono risolti e presenta serie lacune. Innanzitutto non precisa abbastanza il ruolo dell’attività stessa e dell’Assessore competente. Finora questo è stato l’ultimo degli assessorati, forse perché le sue possibilità di intervento e di spesa erano modestissime forse perché legata alla “nostra” idea di vacanze o perché non si capivano le sue potenzialità tant’è che spesso veniva assegnato a non competenti, privi di un’idonea forza politica. Eppure il penultimo Assessore era qualificato, con una buona conoscenza, forse un po’ debole nella Giunta; è sperabile che l’attuale Assessora oltre ad una valida personalità abbia un sostegno adeguato.

Si è creata la Conferenza Permanente del Turismo – strano l’uso del termine “permanente” per qualcosa che “viene convocata almeno ogni due anni” – e non si capiscono bene le sue possibilità pratiche ed i suoi compiti effettivi rispetto al “Piano Strategico del Turismo” e all’Assessorato. Notare che tra i partecipanti alla conferenza,  che dovrebbe riunire tutti i massimi esperti e interessati, mancano componenti importanti quale la Presidenza, vari Assessorati come Programmazione, Lavoro, Lavori Pubblici, Industria, Sanità.

E’ certamente interessante Destinazione Sardegna DMO  “destination management organization” che non è una novità poiché ha molti punti di contatto con Enti del passato: peraltro non sono chiare le funzioni, le risorse economiche assegnate inducono a pensare a qualcosa di modesto.

Lascia perplessi l’art. 11 dove si prevedono finanziamenti in conto capitale per una serie di interventi di riqualificazione e ammodernamento. E’ molto criticabile il sistema dei finanziamenti a fondo perduto, sarebbe preferibile concedere mutui per l’intero importo a bassissimo interesse. Così si consentirebbe di avere i mezzi per intervenire con l’impegno di restituzione che garantisce la produttività dell’operazione.

Non si parla di costruire – l’argomento è trattato nella legge urbanistica – comunque il turismo in Sardegna non ha bisogno di nuove strutture quanto di far lavorare di più e meglio le aziende esistenti, gli operatori del settore, ed aumentare l’apporto all’economia regionale.

Sembra che non si consideri questo come l’aspetto più urgente, gli stessi imprenditori considerano di più la concorrenza degli abusivi che non la redditività delle proprie aziende che lavorano troppo poco con costi elevatissimi.

Nella terza parte – non si capisce perché qui venga modificata un’altra legge, quella istitutiva dell’Agenzia Forestas – vi è un’elencazione spesso eccessiva di possibili settori di sviluppo, non completa in quanto manca tutta la parte nautica, non viene neppure citato il golf, non si parla di agriturismo o di enogastronomia e altri temi:  si può sperare che verranno esaminati con leggi specifiche benché avrebbero meritato almeno una citazione di massima.

Ma la carenza più grave è che tra i settori di intervento manca un riferimento al “patrimonio archeologico”: abbiamo qualcosa di eccezionale, unico al mondo, la «civiltà nuragica» e non viene neppure menzionata, eppure sarebbe fondamentale per un turismo di altissimo livello non legato alla stagionalità, che in altre parti attrae un vasto pubblico. Se si vogliono dare delle direttive per lo sviluppo del settore perché si indicano alcuni temi e molti altri no (o sono scelte precise?).

 

 

 

 

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