Sant’Ignazio da Laconi, oggi l’anniversario della morte. Ecco la sua storia – VIDEO

L’11 maggio 1781 moriva a Cagliari il frate cappuccino poi  diventato santo, oggi nel capoluogo festa solenne nella sua chiesa per ricordarlo 

 di Antonio Tore

In viale  fra Ignazio a Cagliari  tante bancarelle con prodotti  alimentari sardi  davanti alla chiesa per festeggiare il santo poverello in occasione dell’anniversario della sua morte. Tante celebrazioni solenni  e tanta gente ad assistere in grande fede e ricordare il santo che tanti esempi di umiltà diede durante la sua vita conquistando l’ammirazione di moltissimi   fedeli e non solo.

Nel 1773 il Pastore protestante Giuseppe Fues, cappellano del reggimento di fanteria tedesco “von Ziethen”, al servizio del Re di Sardegna e di stanza a Cagliari, scriveva a  un suo amico: “Noi vediamo tutti i giorni mendicare attorno per la città un santo vivente, il quale è un frate laico dei cappuccini e si è acquistato con parecchi miracoli la venerazione dei suoi compatrioti”.

Nato a Laconi il 17 dicembre 1701, gli fu imposto il nome di Vincenzo. A 18 anni si ammalò gravemente e fece voto, se fosse guarito, di entrare nell’ordine dei cappuccini. Una volta guarito, dimenticò il voto, ma a 20 anni, a bordo del suo cavallo, rischiò di precipitare in un precipizio e, nel momento in cui la bestia si fermò, Vincenzo ricordò la promessa. Si recò, perciò, nel convento di fronte all’Anfiteatro.

Il 10 novembre 1921 fu accettato dai frati e prese il nome di Fra’ Ignazio da Laconi. Per circa 15 anni visse in vari conventi tra Iglesias, Domusnovas, Sanluri, Oristano e Quartu Sant’Elena, dopo di che rientrò nel convento di Cagliari e fu adibito alle mansioni di laniere, per confezionare i sai dei frati.

Dall’età di 40 anni gli furono assegnate le mansioni di questuante nella città di Cagliari.  Chiedeva l’offerta per i bisogni della comunità religiosa e per i poveri e questo lo portò ad ascoltare i racconti di vita delle persone e delle famiglie e tutti aspettavano la sua parola di conforto, anche in situazioni a volte scabrose e difficili.

Frate Ignazio era ormai conosciuto in città per la sua bontà d’animo ed era venerato, anche per miracoli che gli venivano attribuiti,  come un santo.

Nel 1779 divenne cieco e fu dispensato dal girare in città a richiedere la questua, ma proseguì la vita monastica assieme ai suoi confratelli. Alla sua morte aveva 80 anni e per due giorni una folla immensa sfilò davanti al suo feretro per rendergli omaggio.

Dopo la sua morte, tantissime persone dichiaravano di aver ricevuto delle grazie e miracoli, proprio per la sua intercessione, tanto che nel 1844 l’Arcivescovo di Cagliari avviò la causa di beatificazione che si concluse il 21 ottobre 1951 con il riconoscimento del suo stato di santo da parte del Papa Pio XII.

La scrittrice sarda e premio Nobel Grazia Deledda, contem­plando una caratteristica effige di fra Ignazio, commentava: «Già vecchio, già forse cieco, col rosario, il bastone, la barba ispida, il viso bruno camuso; non ha nulla del serafico: è però l’antico pastore sardo, nella cui bisaccia si nasconde un tesoro di sapienza e di bontà». Guardate il video.

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