Crollo verticale degli appalti pubblici in Sardegna
Nei primi 4 mesi del 2017 il numero dei bandi di gara è calato del 48% e il valore delle gare è crollato del 78% rispetto al 2016: valori dimezzati rispetto al 2015. Nel primo quadrimestre 2017 sono state bandite 224 gare per un importo di soli 51 milioni
redazione
Appalti in calo nei Comuni e in Regione, in controtendenza le Province. La Sardegna tra le 7 peggiori regioni italiane (penultima per numero di gare e terzultima per importi), ma gli appalti sono diminuiti in tutta la Penisola: non si esclude che le pubbliche amministrazioni stiano prendendo tempo in attesa delle modifiche al Codice degli appalti.
Non si arresta dunque il crollo verticale del mercato regionale dei lavori pubblici. Nei primi quattro mesi del 2017 il mercato, già ai minimi storici nel corso dell’anno precedente, segna una ulteriore caduta verticale. Gli ultimi dati resi noti dal centro studi della Cna Sardegna scattano una istantanea ancor più impietosa del mercato delle opere pubbliche nell’isola rispetto allo scorso anno: con 224 interventi per un importo a base di gara di 51 milioni, il mercato degli appalti in Sardegna si è ridotto del 48% e del 78% per numero e importi in gara rispetto al primo quadrimestre 2016, scendendo ulteriormente da quelli che erano i livelli più bassi degli ultimi 15 anni.
L’ulteriore ridimensionamento degli appalti in Sardegna ha interessato soprattutto gli enti territoriali, e tutti i livelli dimensionali delle gare. Cominciata all’inizio del 2016, la forte flessione del mercato regionale degli appalti si era fatta più evidente nei mesi successivi all’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti: da maggio a ottobre 2016 la macchina pubblica regionale aveva promosso in media meno di 60 gare al mese, contro le 110 del 2015.
”Alla fine del 2016 avevamo registrato un timido segnale di miglioramento – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni – ma questo dato è stato drasticamente smentito dai primi quattro mesi del 2017, quando in media sono state mandate in gara 56 gare al mese e meno di 13 milioni. I livelli della domanda e della capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche sono praticamente dimezzati rispetto al 2015, quando la spesa media mensile era quantificata in circa 110 gare al mese per più di 80 milioni, scese a meno di 80 interventi al mese per circa 40 milioni nel 2016. Siamo di fronte ad un trend che rischia di diventare strutturale se non si rilanciano gli investimenti pubblici – ridotti del 11,8% a livello nazionale – e se non migliora la capacità della P.A. di rendere cantierabili le opere finanziate – proseguono Porcu e Mascia -. Due elementi di criticità che riguardano anche e soprattutto il mercato delle costruzioni isolano, considerato ad esempio che sul fondo infrastrutture riusciamo a spendere su base annua appena un terzo della spesa potenziale”.
Le dimensioni degli appalti. Dal punto di vista dimensionale degli appalti l’analisi della Cna conferma la riduzione generalizzata a tutti i livelli già osservata nel 2016. Il cuore del mercato isolano, ovvero i lavori di importo compreso tra 150 mila euro e un milione, che rappresentano più del 90% del numero complessivo delle gare con importo segnalato, si è dimezzato rispetto ai livelli del primo quadrimestre 2016 (che si era chiuso con una riduzione del 30% rispetto al numero del 40% rispetto all’importo in gara nel 2015). Dimezzato anche il mercato dei tagli medi, tra 1 e 5 milioni, passati da 31 a 15, ma soprattutto del tutto assentii le grandi opere: in quattro mesi non risulta pubblicata nessuna gara di importo superiore a 5 milioni, contro le otto mandate in gara nel primo quadrimestre del 2016
La più grande gara del primo quadrimestre 2017 è stata promossa dal Comune di Morgongiori e si tratta di una gara di partenariato pubblico – privato (PPP) relativa alla concessione del servizio di gestione di una Casa Anziani, il cui importo complessivo, pari a 4,8 milioni, si riferisce a lavori e servizi.
I committenti. Quanto ai committenti nel primo quadrimestre del 2017 non si arresta il calo dei Comuni: i municipi sardi hanno dimezzato il livello della domanda (sia numero che importo) rispetto al periodo corrispondente del 2016, aggravando ulteriormente un bilancio già negativo (-29% le gare e -52% la spesa registrati nel 2016). Per le Aziende Speciali l’analisi della Cna registra tassi recessivi ancora più penalizzanti: l’attività si è ridotta a sole 6 gare per una spesa inferiore al milione (-74% e -99% rispetto al primo quadrimestre 2016). Per la Regione alla riduzione del numero delle gare, scese a 15, corrisponde una sostanziale stabilità delle risorse in gara (+2,3%) su livelli molto modesti. In controtendenza le Province, attive con 21 gare di importo medio assai contenuto, inferiore a 250 mila euro, per una complessiva cifra di 5 milioni.
Tra le Grandi Committenze, risultano inattive sia le Ferrovie che l’ANAS, mentre l’Amministrazione Centrale migliora il risultato del primo quadrimestre 2016, con 12 micro gare di importo medio di poco superiore a 100 mila euro.
Il risultato nazionale. Rispetto alla dinamica media nazionale, il risultato registrato in Sardegna nel primo quadrimestre 2017 è ancora peggiore rispetto allo scorso anno. In Italia il numero degli appalti pubblici si riduce del 4%, e la spesa del 47%. La Sardegna si colloca tra le 7 regioni (tutte al sud ad eccezione del Piemonte) con dinamica negativa sia per numero che per importo rispetto al primo quadrimestre 2016.
Tra le altre regioni meridionali che scontano una flessione numerica anche più importante rispetto a quella registrata in Sardegna, solo il Molise, mentre sul fronte economico solo Liguria ed Emilia Romagna scontano una riduzione più drastica, accompagnata però ad una crescita o stabilità del numero delle gare.
In generale nel Centro-Nord Italia lo scenario è generalmente più positivo ma il fatto che nel complesso solo quattro regioni (Lombardia, Veneto, Toscana e Valle d’Aosta) mostrino un bilancio tutto positivo, lascia ipotizzare che in vista nuovo correttivo al codice degli appalti (entrato in vigore il 20 maggio), le amministrazioni possano aver sospeso la loro attività in attesa delle nuove norme. “Sarà cruciale attendere l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi – concludono Porcu e Mascia – per capire se quello registrato è un calo della domanda di tale entità, o se non abbia esercitato un ruolo importante la sospensione in vista del nuovo cambiamento normativo”.