Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Vittorio Porcile

 

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

 

Via Vittorio Porcile è una traversa di via Roma.

Carlo Vittorio Porcile nasce a Carloforte, il 20 ottobre del 1756 da Giovanni, conte di S. Antioco, e da Elisabetta Tagliafico. Frequentò il seminario Tridentino di Cagliari ma decise di abbandonare gli studi e si arruolò volontario nella Marina del re di Sardegna.

Il Porcile affrontò attivamente la lotta contro la pirateria barbaresca che imperversava lungo la costa ligure, dal 1778 sino agli anni ottanta del 18esimo secolo.

Porcile fu messo al comando della galera S. Barbara nel 1787 benchè avesse ancora solo il grado di luogotenente di fanteria. Nell’agosto di quell’anno abbordò una nave corsara e dopo un combattimento all’arma bianca, la costrinse alla resa.

La nave corsara fu acquisita dalla marina sarda che la ribattezzò Furetto. Questa resa fruttò a Porcile la promozione a tenente. Posto al comando dalle mezze galere S. Barbara e Beata Margherita, navigando al largo della Maddalena, intercettò un’altra nave  corsara e la costrinse alla resa.

Ancora nel 1791 si impadronì, insieme al comandante della Beata Margherita Gaetano de May di un’altra galeotta corsara che venne acquisita dal re di Sardegna e ribattezzata il Serpente.

Complessivamente la squadra comandata da Porcile, collaborando con ad altre unità navali sarde, contribuì, tra il 1787 e il 1791, alla cattura di una grande feluca di, sette navi corsare e di una saettia. Per queste azioni nel 1792, Porcile fu promosso  capitano tenente.

La squadra del capitano Porcile, diede la caccia nel 1794, a due sciabecchi pirati nelle Isole Cerbicali. Uno, fornito di 12 cannoni e con 96 uomini, fu incendiato e saltò in aria, mentre l’altro, armato con 18 cannoni, sei spingarde e 70 uomini di equipaggio, fu abbordato e catturato.

Espulso dalla Sardegna dopo il vespro del 1794, Porcile tornò sull’isola due anni dopo come,  comandante del ricostituito Armamento leggero. Nel 1797 fu promosso maggiore di fanteria.

Nel 1798 Carloforte fu attaccata dai pirati tunisini che rapirono 819 persone. La flottiglia di Porcile imbarcò a Cagliari trenta artiglieri e fece vela verso Carloforte, ma i venti contrari ne ritardarono l’arrivo. Tre giorni più tardi però Porcile respinse un nuovo tentativo di sbarco.

Per rinforzare la squadra navale stanziata alla Maddalena, nel 1799 Porcile, decorato con la croce di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, acquistò a Mahon, nelle Baleari, lo sciabecco Carlo Felice.

Nella primavera del 1802 una colonna di fuoriusciti sardi filo-francesi sbarcò in Gallura e tentò di disarmare il presidio di Tempio Pausania. Fallito l’effetto sorpresa, una parte dei repubblicani fu bloccata dalla squadra di Porcile e costretta alla resa, mentre l’altra si consegnò.

Nel dicembre del 1803 Porcile ottenne i suoi primi gradi da ufficiale di Marina. Sino ad allora tenente colonnello di fanteria, Porcile ebbe il grado equiparato a quello di capitano in seconda di vascello e di galera.

Alla fine del giugno 1804 il maggior generale Giorgio De Geneys decise di effettuare un’incursione a Tunisi insieme ai suoi migliori comandanti, Gaetano De May e Porcile. Al termine di una crociera di combattimento di 4 mesi, furono catturate quattro unità corsare.

Nel 1811 per ritorsione contro una serie di azioni ostili da parte della Marina sarda, il bey di Tunisi armò tre navi per condurre una battaglia al largo della Sardegna. Alla comparsa della flottiglia barbaresca il re ordinò alla squadra di  Porcile, di prendere il largo.

La squadra nemica stava rimorchiando una tartana mercantile sarda appena catturata, tra capo Teulada e capo Malfano.

Le unità sarde, grazie all’ encomiabile comando del capitano Porcile, abbordarono il nemico, e dopo quattro ore di combattimento catturarono un felucone, la mezzagalera tunisina e misero in fuga il lancione.

Porcile venne però gravemente ferito al fianco. Due giorni dopo Porcile ebbe un’ovazione popolare. Fu promosso colonnello di fanteria nel 1812, poi comandante del porto di Cagliari nel 1813 e infine maggior generale.

La ferita subita a capo Malfano però lo tormentò negli anni successivi e il 22 novembre 1815 morì.

Venne sepolto nella chiesa dei Novelli Innocenti di Carloforte.

 

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