Rubrica – Benessere e Bellezza – Massaggio: definizione, amore e cura

di Rossana Sulis

Eccoci, siamo con voi anche questa domenica e parleremo ancora di massaggio.

Come già accaduto con temi trattati nelle scorse settimane, potremmo parlare a lungo ancora del massaggio e delle sue varie tecniche. Tuttavia, come già preannunciato al termine dell’articolo della scorsa settimana, oggi vogliamo considerare un tema così diffuso e talvolta banalizzato se non dissacrato, da una particolare angolazione. Vedremo insieme, cioè, come il massaggio attraverso il tatto ed il contatto, possa essere un modo per definire o ridefinire una persona, tanto più quando in alcune patologie, si va perdendo il contatto con se stessi, con il mondo fisico, in breve con la realtà del quotidiano.

Se potessimo chiedere a chiunque quanto, da uno a dieci, vorrebbero iniziare o chiudere una faticosa giornata lavorativa con un bel massaggio rilassante, probabilmente totalizzeremo un punteggio piuttosto alto.

Fortunatamente ai nostri giorni, grazie al lavoro di numerosi volontari, si è introdotta la consuetudine nei reparti oncologici della cura delle pazienti dal punto di vista estetico, aiutandole così a superare attraverso la cura del viso, del corpo e, quando possibile, dei capelli, i difficili momenti del post intervento.

Ma oggi vogliamo parlare del massaggio e dei suoi benefici in pazienti colpiti da demenza senile più o meno gravi. Attenzione non parliamo di massaggio terapeutico, ma del massaggio come tocco amorevole, come contatto.

L’esperienza del contatto, di un tocco, fatto con amore e cura, è un’esperienza che riporta senza ombra di dubbio a quello che è stato in assoluto per tutti, il primo contatto, quando la mamma accoglie tra le braccia, la propria creatura appena dopo il parto.

La qualità, di questo primissimo tocco, può influenzare la nostra vita, la capacità di entrare in comunicazione dal punto di vista tattile con gli altri in generale e poi, a nostra volta, lo scambio con i nostri figli. E’ l’imprinting, grazie al quale il bimbo diventa persona, individuo nel vero senso della parola, cioè un essere non diviso, unico che ha forma e si definisce ed è definito nella primissima infanzia col contatto. Quando il contatto viene a mancare può generare incertezza, insicurezza, paure e timori, anche nella semplice stretta di una mano o, quando è positivo, come ci si augura, può renderci capaci di avere una comunicazione straordinaria sotto ogni aspetto, grazie al quel tocco originario delle mani.

Si parla di comunicazione cinestesica o soggetti cinestesici, in quest’ultimo caso, quando il contatto fisico è il canale previlegiato nella comunicazione, o di soggetti visivi, o ancora uditivi, quando si previlegia rispettivamente il vedere, lo sguardo o piuttosto il sentire o l’udito.

Nel Vangelo di Giovanni è riportato il famosissimo episodio di Tommaso che incredulo di fronte alla Resurrezione del Cristo, non credette finchè non toccò con le proprie mani le piaghe del costato. Credo che sia possa considerare il primo esempio di soggetto cinestesico!

Parlavamo del primo tocco che il neonato riceve dalla mamma e sperimenta così l’esperienza primaria di amore, cura e accudimento. Nei soggetti anziani, siano essi colpiti da demenza o da Alzheimer, si riscontra una difficoltà a rilassarsi, agitazione e difficoltà a prendere sonno, oltre i disturbi tipici di queste patologie quali la perdita di memoria ed un graduale e continuo distacco dalla realtà.

Non vogliamo andare oltre, perchè la patologia in questione merita competenza e studio e questo non è il nostro campo. Il nostro intento è sottolineare come il contatto, e quindi il massaggio, anche se molto semplice, come quello che si può eseguire al termine di una manicure o pedicure, o un massaggio sul viso, possano aiutare e divenire, attraverso le mani di chi lo esegue , un prezioso strumento e grande aiuto per questi pazienti.

Il massaggio, si è sperimentato sul campo, ridona calma, restituisce il sorriso su un viso prima contratto. La persona manifesta apprezzamento, ringrazia e sorride. Ritrova un pò di calma e serenità.

Sembrerebbe che il tocco di mani amorevoli riporti ad una dimensione fisica e reale ormai persa o molto offuscata, cala nella dimensione corporea il soggetto sottoposto al massaggio restituendolo per un attimo al mondo reale, al “qui e ora”.

Non possiamo fare a meno di chiederci come potrebbe cambiare la vita di questi soggetti se si riuscisse a rendere quotidiano il rito del massaggio o perlomeno frequente quanto la somministrazione di una terapia o di un farmaco.

Crediamo che alla luce di alcune esperienze personali, che ci sono state riportate, e di studi sempre più numerosi che prendono in considerazione il massaggio come un vero strumento terapeutico, sarebbe interessante e appassionante sostenere una tale ipotesi e magari realizzarla con un progetto specifico.

Un massaggio che esprime e dona amore e cura, tenerezza e dolcezza. Massaggio che aiuta a ritrovare se stessi anche per un solo attimo, l’attimo in cui si dice grazie, l’attimo in cui si sorride e si apprezza.

A piè di pagina trovate alcuni link se desiderate approfondire questo tema, e sarete sorpresi nello scoprire quanto c’è da conoscere e da leggere.

Come sempre vi invitiamo a darci il vostro prezioso feedback, rinnovando il nostro appuntamento alla prossima domenica.

https://www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mondo/esperienze-e-opinioni/5474-i-benefici-del-massaggio-per-i-pazienti-con-demenza.html

https://www.google.com/search?q=massaggio+e+alzaiher&ie=utf-8&oe=utf-8&client=firefox-b-ab

Commenta!