Tagli ai tetti di spesa da parte della Regione per i Centri riabilitativi

I Centri riabilitativi Sardi chiamano Utenti, Lavoratori e Strutture sanitarie alla mobilitazione, a seguito dell’ annunciato possibile taglio ai tetti di spesa da parte della Regione, che stanno riducendo sempre più l’assistenza a danno dei pazienti con patologie neurologiche e sensoriali

di Antonio Tore

L’ACRIS (Associazione Centri Riabilitativi della Sardegna), per motivi di correttezza e senso di responsabilità verso i propri assistiti ed i lavoratori, sente il dovere morale di rappresentare le gravi preoccupazioni per il rischio di non potere assicurare il regolare svolgimento del servizio fino ad ora garantito e, di conseguenza, di dover provvedere a una drammatica riduzione del personale, come qualche centro ha peraltro già iniziato a fare.

Come accade ormai da qualche anno, infatti, le nostre Strutture si trovano a dover operare, per buona parte dell’anno, nell’assoluta indeterminatezza delle risorse a disposizione per garantire l’assistenza nel territorio. Non sono ancora stati determinati i tetti di spesa per il 2018 da parte della Regione Sardegna, né l’ATS (Azienda Tutela della Salute, ex ASL) ha provveduto a proporre ai Centri Riabilitativi la stipula del contratto, tramite una proposta concreta di accordo. Si è costretti, quindi, a operare in una continua situazione d’incertezza e in condizioni di rischiosa imprevedibilità per lavoratori, aziende e utenti finali del servizio. A rendere più cupa questa situazione di aleatorietà alcune comunicazioni ricevute qualche settimana fa, con cui l’ATS ci fa sapere che, in attesa della definizione dei nuovi contratti 2018 (e quindi dei nuovi tetti di spesa), le Strutture dovranno attenersi – nel periodo 01/01-30/04/2018 – a una limitazione dell’utilizzo del tetto di spesa, nella misura del 7% del budget assegnato per l’anno 2017. Se una simile riduzione sarà confermata per l’intero anno in corso – come da una interpretazione comune da parte dei centri riabilitativi – significherebbe aver sofferto una riduzione del 20% in soli due anni.

Ad aggravare la situazione concorrono, inoltre, le mancate convocazioni dei tavoli tecnici, più volte richiesti, e peraltro promessi, sia dall’ATS che dalla Direzione Generale dell’Assessorato Regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, ma non ancora costituiti.

Così Salvatore Pani, Presidente dell’ACRIS: “La situazione è, a dir poco, allarmante per l’intero settore. Sollecitiamo, pertanto, l’intervento di ogni singolo utente, cittadino, lavoratore a voler intraprendere iniziative individuali (o di gruppo) di protesta, al fine di tutelare il diritto alla salute, al posto di lavoro e alla cittadinanza in generale. Stiamo preparando una serie di manifestazioni unitarie per salvaguardare la tutela di un diritto elementare per tutti, la salute”.

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