78 milioni di sgravi per ristrutturazioni e risparmi energetici  in Sardegna  

Nell’isola  crescono le detrazioni e gli interventi nelle abitazioni. Meloni (Confartigianato Edilizia Sardegna): “Gli incentivi hanno salvato le imprese sarde. La crisi c’è ancora ma lavoriamo per  l’inversione di tendenza”. Allarme per il bonus ristrutturazioni: dal 1° gennaio cala al 36%

 di Alesssio Atzeni

78 milioni di euro. E’ questo l’ammontare delle detrazioni per ristrutturazioni edili e risparmio energetico che i sardi hanno
dichiarato al fisco nel 2015 e che saranno restituite nell’arco dei prossimi 10 anni a chi ha riqualificato il proprio patrimonio abitativo dando così, una boccata d’ossigeno a costruttori, impiantisti, produttori e installatori di infissi, ingegneri, geometri e all’indotto.

Lo dimostra il dossier sugli sgravi in Edilizia realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato
Imprese Sardegna, analizzando i dati del 2015 del MEF-Dipartimento delle Finanze,.

Nonostante la fase travagliata dell’edilizia sarda, la buona notizia è che in Sardegna la fruizione dei due sgravi è cresciuta in modo considerevole passando dai 42 milioni di euro del 2011, ai 61 del 2013 per arrivare ai 78 del 2015, ultimo dato disponibile relativo alle dichiarazioni dei redditi.

“ I 17 anni di incentivi fiscali hanno impedito all’intera filiera dell’edilizia isolana di andare a fondo – sottolinea Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – sostenendo, salvando e rilanciando molte imprese che si occupano di costruzioni e ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio energetico, della difesa dell’ambiente, con una importante emersione delle attività irregolari”. “I dati ci diconoche questi bonus hanno avuto anche un potente effetto-leva per il rilancio di molte altre attività economiche dell’indotto – continua Meloni – ora le misure devono essere sostenute, stabilizzate ed estese, perché c’è ancora molto da fare per riqualificare l’esistente, all’insegna di un’edilizia sicura e più rispettosa del territorio”. “La preoccupazione è che per gli interventi di ristrutturazione – sottolinea il Presidente – dal 1° gennaio la detrazione scenderà al 36% dall’attuale 50%. Ciò potrebbe avere un effetto negativo su chi volesse ammodernare la propria abitazione. Sicuramente a livello nazionale interverremo affinché la percentuale di detrazione possa rimanere la stessa”.

Dall’analisi delle ultime dichiarazioni fiscali disponibili (quelle del 2015), le detrazioni più richieste sono quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio che ammontano a 65 milioni di euro pari all’81,4% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa e al 3,9% dell’ammontare del totale di tutte le detrazioni in dichiarazione, mentre quelle per interventi di efficientamento energetico ammontano a 13 milioni di euro, pari al restante 18,6% delle detrazioni che interessano la filiera della casa e allo 0,8% dell’ammontare del totale delle detrazioni.

Dai dati emerge che la Sardegna (4,7% sul totale detrazioni e 0,43% sul totale del reddito dichiarato) si pone al 18esimo posto assoluto tra le regioni che più hanno utilizzato le due agevolazioni. Al primo posto la provincia di Trento (rispettivamente 16,3% e 1,37%), seguita da quella di Bolzano (14,8%  e 1.07%) e dalla Valle D’Aosta (10,1% e
1,06%).

In un contesto regionale caratterizzato da una lunga e profonda crisi della domanda, i 2 bonus hanno assunto una centralità fondamentale. “Non nascondiamo come il trend dell’edilizia in Sardegna sia ancora negativo – prosegue Meloni – ma crediamo che una possibile inversione di tendenza e un consolidamento sia ancora possibile e noi lavoriamo per questo”. “Infatti la capacità del settore delle costruzioni di agganciare la ripresa è condizionato sia dall’indice di fiducia di
famiglie ed imprese – conclude il Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – sia dalla chiarezza, costanza e definizione delleregole, sia dagli incentivi, affinché famiglie e pubblico possano programmare investimenti e il comparto possa essere rivitalizzato”.

Nonostante cresca il numero di chi ristruttura e adegua le case alle nuove normative, grazie anche ai bonus del Governo, il panorama residenziale della Sardegna versa ancora condizioni critiche, con abitazioni troppo vecchie e in cattive condizioni di salute e che consumano troppo.

Confartigianato Imprese Sardegna, ha analizzato l’età e lo stato di 512.310 edifici (case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine, condomini anche con attività economiche al piano strada) costruiti prima del 1981 (322.515 unità) e dopo l’81 (189.795), secondo dati Istat.

Dall’indagine è risultato che il 17% (87.262 edifici) del totale degli immobili versano in pessime o cattive condizioni, ponendo l’isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio immobiliare vetusto, classifica che al non invidiabile primo posto vede la Calabria con una situazione mediocre-pessima per il 26,8% delle case mentre la media nazionale è del 16,8%. Dall’altra parte ben 425.044 sono in condizioni ottimali. Le case più vecchie e malandate si trovano a Sassari (il 19% sono in condizioni pessime o mediocri); segue l’Ogliastra con il 18,1%, Oristano con 17,9%, Medio Campidano
con il 17,8%, Cagliari con il 16,8%, Carbonia-Iglesias con il 16,5%.
Le più nuove sono a Olbia-Tempio con una percentuale di anzianità solo del 13,9%. Stessa situazione per quanto riguarda il consumo di energia e il condizionamento; nell’Isola sono ancora troppe le case prive di isolamento termico; il 61,8% delle famiglie, infatti, risiede in abitazioni prive di intercapedini, cappotti esterni o interni. Ciò significa dispersione di calore in inverno ed accumulo di calore in estate, elevato uso dei sistemi di climatizzazione, e conseguente
spreco di carburante o di energia elettrica.

L’Isola, con il 95,4% delle abitazioni dotate di sistemi di riscaldamento, è la seconda regione italiana, dopo la Sicilia, con il
minor numero di impianti. Di questi, ben il 58,9% (record italiano) è costituito da apparecchi singoli fissi o portatili (stufe e pompe di calore indipendenti); di conseguenza solo l’8,9% delle case è dotato di impianti centralizzati (come quelli nei condomini a gasolio o gpl) e il restante 32,2% ha impianti autonomi (a diffusione totale elettrico o gpl).

La fonte di alimentazione degli impianti in Sardegna, non essendoci il metano, è per il 40,2% la biomassa (legna, pellet o energia prodotta dagli scarti di lavorazione). Seguono il GPL per il 21,1%, l’energia
elettrica per il 19,7% e il gasolio per il 18,9%.

Tra gli impianti di condizionamento caldo/freddo (ovvero sistema di climatizzazione unico per estate e inverno), il record lo ha la nostra regione: ben il 47,5% delle case utilizza questo sistema (media italiana 29,4%). All’interno di questa percentuale, l’82,9% sono pompe di calore fisse o portatili, il 13,2% sono condizionatori utilizzati solo per raffreddamento e il 3,9% è costituito da impianti centralizzati).

Ma cosa prevedono e a quanto ammontano gli incentivi

La detrazione fiscale delle spese per interventi di ristrutturazione
edilizia applicabile per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 è pari
al 50% per una spesa massima di 96.000 euro ad unità immobiliare e la
legge di bilancio 2017 l’ha prorogata fino al 31 dicembre 2017; a meno
di nuovi interventi legislativi dal 1° gennaio 2018 la detrazione
tornerà ai suoi livelli ordinari cioè una detrazione del 36% ed una
spesa massima di 48.000 euro.

Oltre alla ristrutturazione è stato incentivato l’efficientamento
energetico – il cosiddetto ecobonus – e anche in questo caso la legge
di bilancio 2017 ha prorogato la detrazione: resta pari al 65% per le
spese sostenute entro il 31 dicembre 2017

Ammontare detrazioni riqualificazione edilizia e risparmio energetico
in Sardegna

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